Taranto ricorda il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa

Taranto ricorda il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa

“Memo e il generale” dal testo di Cristiano Gatti a cura di Alfredo Traversa

Con Alfredo Traversa, Federico Passariello jr, Amando Cavallo, aiuto regia Antonella Fanigliulo. Il dibattito con gli studenti alla presenza dell’Arma dei carabinieri lunedì 13 novembre 2017, Teatro Orfeo.

Un’intera giornata in cui Taranto ricorderà il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa a 35 anni dalla sua morte, il suo grande senso dello Stato, l’esempio che ha lasciato alle nuove generazioni.

Al Teatro Orfeo, lunedì 13 novembre, si svolgeranno due iniziative, curate entrambe dal regista ed attore Alfredo Traversa. L’appuntamento è al mattino, alle ore 10.30, con una prima parte dedicata alle scuole. Sarà portato in scena “Memo e il generale”, tratto dal testo di Cristiano Gatti, con Alfredo Traversa e Federico Passariello jr, Amando Cavallo, aiuto regia Antonella Fanigliulo, a cura di Alfredo Traversa. Dopo lo spettacolo, alle ore 11.40, si svolgerà il dibattito con gli studenti. Interverranno il colonnello Andrea Intermite, comandante provinciale dei carabinieri di Taranto, l’assessore comunale alla cultura, già procuratore capo della Repubblica di Taranto Franco Sebastio, il docente Vincenzo Basile, fratello del capitano Emanuele Basile.

Saranno presenti alcuni soci dell’associazione Libera, che si occupa di contrasto alle mafie. Nell’evento, sarà presente anche un’esposizione di divise storiche, a cura dell’Associazione nazionale carabinieri.

In serata, alle ore 21, sarà riproposta l’interpretazione, in forma recitata, del testo di Cristiano Gatti che, presente a Taranto, dialogherà, poi, con il pubblico e racconterà il suo lavoro su Dalla Chiesa.

Con questo nuovo impegno, Alfredo Traversa ci porterà non solo nel cuore della incredibile vicenda accaduta nell’estate del 1982 (dopo i mondiali di calcio vinti dall’Italia) ma soprattutto ci porterà all’interno di una ‘classe di studenti’ nella qual  il rapporto professore-allievo trova, nella vicenda del generale, la chiave di volta per scelte fondamentali per la vita di ciascuno di noi.           

“E’ un’opera che affascina e forse va contro corrente. Si cercano e si dibatte sui valori da perseguire nella vita, quelli non legati al contingente. Può un ragazzo comprendere e sentire sue le vicissitudini accadute ad un adulto di nome Carlo Alberto Dalla Chiesa? E’ possibile capire come la mafia sia soprattutto un modo di vivere ben preciso che può annidarsi anche nelle Istituzioni e tra persone lontane, a prima vista, da un mondo fatto di lupare ed assassinii? Quanto amore e passione verso gli altri può esserci in un lavoro come quello del carabiniere? Quanto amore e passione verso gli altri bisogna avere nella vita per essere sempre testimoni di umanità?”, dichiara Traversa.

Nando Dalla Chiesa, figlio di Carlo Alberto, è in contatto con i promotori dell’iniziativa e – a proposito dell’opera dedicata al padre – ha espresso parole di ringraziamento.

“Memo e il generale” racconta un’Italia fatta di contrasti. E’, infatti, l’estate della vittoria dei mondiali in Spagna. Mentre l’Italia vive la sua stagione di travolgente euforia, due storie lontane s’intrecciano casualmente nella vita e nei pensieri di un giovane professore di montagna. Proprio in quel periodo, il protagonista sta seguendo con passione civile e coinvolgimento morale la disperata missione del generale Dalla Chiesa in Sicilia. Nel frattempo, sta cercando di convincere Memo, l’alunno dall’intelligenza viva e aperta, a non abbandonare gli studi, come gli viene richiesto dal padre e dai costumi secolari della sua terra. L’insegnante, ormai prossimo alla pensione, rivive il singolare incrocio che anni prima si creò tra i fatti della grande cronaca e le scelte nel suo mondo piccolo, tra il leggendario Generale e l’adolescente Memo, tra una vita spesa bene e una vita ancora tutta da costruire. Nella certezza che un filo invisibile e sottile, ma più forte della barbarie e del cinismo, le ha legate indissolubilmente per sempre.

 

Cristiano Gatti, laureato in economia, vive a Bergamo, dove ha iniziato la sua carriera al Giornale di Bergamo. Successivamente passa al Giorno, dove diventa inviato speciale. Dal 1994 al 2015 è inviato e opinionista de Il giornale’: si occupa, in particolare, di attualità, cronaca e costume. Attualmente scrive sul “Corriere della sera”. Nel corso della sua carriera ha collaborato con diverse testate nazionali (Europeo e Gente) e locali (L’Eco di Bergamo). Ha scritto tre romanzi: La grande idea (2003), L’amore sublime (2005), Memo e il generale (2009), tutti pubblicati da Prima Pagina Edizioni. Ha vinto diversi premi giornalistici. È inoltre opinionista del mensile ‘Tuttobici’. Premi: – Premio Gruppo lombardo giornalisti sportivi “Gino Palumbo”, Milano 2012; – Premio Piedicastello Letterario e Giornalistico Internazionale (sezione servizi giornalistici) per l’articolo “Morte in classe”, quotidiano “il Giornale”, Guardalfiera, 29 novembre 2003; – Premio di Giornalismo Sportivo “Gualtiero Zanetti”, Vescovato.

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