Cup Asl Lecce, i volontari non sono “persone qualunque” ma protagonisti (in modo gratuito) della Sanità pubblica
Nota stampa dell’ASL Lecce
I volontari che operano, gratuitamente, all’interno di strutture sanitarie non sono “persone qualunque”. Sono, al contrario, persone straordinarie che svolgono – a dirlo è il Ministero della Salute – «un ruolo fondamentale sopperendo ad esigenze sociali e sanitarie espresse dalle fasce sociali più deboli come anziani, malati o bambini, integrandosi o sostituendosi all’intervento pubblico».
Discorso valido, naturalmente, anche per le associazioni riconosciute che operano all’interno di strutture della ASL Lecce, fianco a fianco con il personale sanitario e in rapporto diretto con gli utenti. Succede anche nel Cup, un caso che qualcuno, credendo forse di sminuirne l’utilità o la legittimità ma in realtà ottenendo l’effetto esattamente opposto, addita come “sicuramente unico in Italia”. E di cui, invece, bisognerebbe vantarsi.
I dubbi sollevati nel dibattito pubblico, però, meritano qualche chiarimento, anche perché si rischia di far passare messaggi errati e, peggio, dannosi. Intanto, la presenza di operatori volontari non è estemporanea ma è prevista da apposite convenzioni e posta sotto la supervisione dell’Unità Operativa CUP aziendale.
Un’attività inscritta a pieno titolo nel quadro disciplinato dalla legge n. 266/91 e successivamente dalla legge n. 460/97, la cosiddetta legge onlus, volta a promuovere le risorse dell’associazionismo, del volontariato, della cooperazione e dell’imprenditorialità sociale. Un perimetro normativo peraltro ripreso nella legislazione regionale, che ribadisce «la partecipazione democratica dei cittadini alle attività aziendali» e, recependo le Linee Guida nazionali, definisce «gli standard di organizzazione e funzionamento dei sistemi e dei servizi di prenotazione e accesso ai servizi sanitari».
Dunque, nessun “caso”, anzi Asl Lecce ha applicato semplicemente la legge. E ciò nell’ottica di offrire una molteplicità di canali di accesso all’utenza, in modo da garantire il più elevato livello possibile di fruibilità del cittadino, che può scegliere fra più opzioni: Portale della Salute, Sportello aziendale, Sportello telefonico, farmacie e parafarmacie, medici di famiglia e specialisti, associazioni e comuni.
La collaborazione con le associazioni di volontariato, con l’adesione di diversi comuni (che forniscono locali, strumenti e utenze) a specifici protocolli d’intesa, sostanzialmente amplia l’offerta indirizzata ai cittadini, senza alcuna spesa per la ASL e con regole certe, a partire dalla formazione degli operatori che frequentano corsi specifici di tre mesi prima di mettere piede nel CUP. E anche di questa forte integrazione con gli Ambiti Socio sanitari si dovrebbe andar fieri e ringraziare la sensibilità dei sindaci.
Un servizio importante, insomma, che viene svolto anche rispettando in modo puntuale la normativa in materia di protezione dei dati personali, giacché l’ASL è il titolare del trattamento e l’associazione di volontariato è responsabile e incaricata del medesimo trattamento.
Il ruolo del volontariato sanitario, a voler allargare lo sguardo, investe molte altre attività, pubbliche e private. Secondo l’ultimo Report Nazionale sulle Organizzazioni di Volontariato (2015), a livello italiano, si contano ben 5.230 associazioni di volontariato impegnate nel ramo della sanità. Si occupano di trasporto e soccorso, di donazioni, di diritti dei malati, di sensibilizzazione e prevenzione. Dove, cioè, non arriva la Sanità pubblica, ci pensa il volontariato, rendendo possibile una eccezionale declinazione della sussidiarietà orizzontale che è un patrimonio dell’Italia e, nel suo piccolo, anche dell’Asl di Lecce, proprio perché capace di comunicare non solo valori, ma comportamenti e stili di vita.