RIFIUTI. Vianello (M5S): “Se Sblocca Italia non conforme con normativa Ue anche in Puglia ripercussioni su impianti di incenerimento”
“Se la Corte di giustizia europea dovesse valutare lo Sblocca Italia come non conforme alla normativa comunitaria, anche in Puglia ci sarebbero ripercussioni”
Il deputato del Movimento 5 Stelle, Giovanni Vianello, commenta la decisione del Tar Lazio di rinviare a Lussemburgo la valutazione sulle misure contenute nello Sblocca Italia, in merito alla realizzazione nazionale di un sistema di gestione dei rifiuti urbani, e sulla questione che il Presidente del Consiglio possa con decreto rideterminare la capacità degli impianti di incenerimento.
La notizia è stata rilanciata ieri attraverso una nota congiunta dei parlamentari del M5S, Micillo, Zolezzi, Nugnes e Moronese.
“Nella nostra Regione – specifica il deputato – verrebbe messa in discussione la funzione strategica dell’inceneritore AMIU di Statte da 73 mila t/a, impianto autorizzato ma non in esercizio, nonché il potenziamento di un sito di incenerimento già esistente ma non ancora individuato da 70 mila t/a”.
“L’Ente regionale pugliese – ricorda Vianello – aveva già comunicato al Governo una lista di impianti disponibili per bruciare rifiuti: l’Appia Energy di Massafra da 200 mila t/a, per il quale si è dato per scontato il raddoppio, la Centrale a Biomasse ETA-Marcegaglia di Manfredonia da 135 mila t/a, il cementificio Cementir di Taranto autorizzato a bruciare 35 mila t/a di CSS, e infine il cementificio Buzzi di Barletta da 65.000 t/a”.
“Esistono ben altre soluzioni rispetto agli inceneritori che producono diossine e ceneri, quest’ultime bisognose di essere ulteriormente smaltite. Promuovendo l’economia circolare i rifiuti potrebbero essere riutilizzati, riciclati e recuperati, ovviamente riducendo a monte la loro produzione. Questa gestione produrrebbe prima di tutto posti di lavoro puliti e rispetterebbe l’ambiente e la salute, facendo inoltre risparmiare i cittadini” – conclude Vianello.