TARANTO. Primo weekend della cultura sostenibile
In Piazza Maria Immacolata e a CasArcobaleno (sede Arcigay a Taranto) l’evento di restituzione e disseminazione della formazione internazionale Sport and Global Education
Per oggi, sabato 2, e domani, domenica 3 giugno, la Hermes Academy, Arcigay Strambopoli Taranto e Diritti e Libertà per l’Italia organizzano e promuovono il primo Weekend della Cultura Sostenibile, serie di workshop, dibattiti e proiezioni in Piazza Maria Immacolata e in CasArcobaleno.
Si tratta dell’evento di restituzione e disseminazione di SAGE – Sport and Global Education, formazione internazionale svoltasi dal 22 al 29 maggio al Castle Saunderson International Scout Centre, in Irlanda, e realizzata con il supporto finanziario del programma Erasmus+.
Il presidente Luigi Pignatelli, attore e formatore, ha potuto predervi parte, insieme con altri/e/* 23 giovani formatori/trici/t*, insegnanti ed educatori/trici/t* provenienti da Repubblica Ceca, Irlanda, Italia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, grazie ai contributi liberali di alcuni/e/* soci/ie/* e simpatizzanti, FLC CGIL, Sud Est Donne, CAV Rompiamo il Silenzio di Martina Franca (TA), Associazione Diritti e Libertà per l’Italia.
«Sport and Global Education (SAGE) – dichiarano gli/le/* organizzatori/trici/t/* – è un corso di formazione della durata di una settimana, progettato per consentire agli operatori giovanili, attivisti, allenatori e formatori di utilizzare lo sport e l’attività fisica per affrontare problemi di inclusione sociale, disuguaglianza e diritti umani.»
Obiettivi della formazione sono: dimostrare l’utilità delle attività sportive in relazione alla disuguaglianza, all’inclusione e ai diritti umani; aiutare gli animatori giovanili a creare le proprie attività sportive che esplorino questi fenomeni; discutere delle questioni attuali nello sport e in che modo queste questioni riguardano disuguaglianza, inclusione e diritti umani; evidenziare attuali progetti e iniziative basati sullo sport che affrontano questi problemi.
Grande attenzione è stata rivolta all’Agenda Globale per lo sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs nell’acronimo inglese), approvata il 25 settembre 2015 dalle Nazioni Unite, e ai relativi 17 obiettivi, articolati in 169 target da raggiungere entro il 2030.
Con l’agenda globale per lo sviluppo è stato espresso un chiaro giudizio sull’insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo, non solo sul piano ambientale, ma anche su quello economico e sociale. In questo modo, ed è questo il carattere fortemente innovativo dell’Agenda, viene definitivamente superata l’idea che la sostenibilità sia unicamente una questione ambientale e si afferma una visione integrata delle diverse dimensioni dello sviluppo. Tutti i Paesi sono chiamati a contribuire allo sforzo di portare il mondo su un sentiero sostenibile, senza più distinzione tra Paesi sviluppati, emergenti e in via di sviluppo, anche se evidentemente le problematiche possono essere diverse a seconda del livello di sviluppo conseguito. Ciò vuol dire che ogni Paese deve impegnarsi a definire una propria strategia di sviluppo sostenibile che consenta di raggiungere gli SDGs, rendicontando sui risultati conseguiti all’interno di un processo coordinato dall’Onu. L’attuazione dell’Agenda richiede un forte coinvolgimento di tutte le componenti della società, dalle imprese al settore pubblico, dalla società civile alle istituzioni filantropiche, dalle università e centri di ricerca agli operatori dell’informazione e della cultura.
“The new agenda is a promise by leaders to all people everywhere. It is an agenda for people, to end poverty in all its forms – an agenda for the planet, our common home.” Ban Ki-moon, Segretario Generale delle Nazioni Unite
Il processo di cambiamento del modello di sviluppo verrà monitorato attraverso un complesso sistema basato su 17 obiettivi, 169 target e oltre 240 indicatori. Sarà rispetto a tali parametri che ciascun Paese verrà valutato periodicamente in sede Onu e dalle opinioni pubbliche nazionali e internazionali.
La programmazione
Nel corso della settimana in Irlanda, sono stati creati adattamenti di sport come il calcio e la pallavolo e workshop inediti, finalizzati alla sensibilizzazione sui 17 obiettivi. Questi strumenti vengono condivisi con la comunità ionica.
Si parte alle ore 11.00 di sabato 2, con la nuova tappa de Il Villaggio delle Differenze in Piazza Maria Immacolata (già Piazza Giordano Bruno), dove si susseguono il braimstorming “Raccogli le idee” e il workshop di scrittura creativa “Figli/e/* della stessa Terra”.
Dalle ore 14.00 alle ore 15.00 presso la Biblioteca Popolare Il Salotto delle Muse (in Via Pupino #90) è possibile, previa prenotazione, prendere parte al pranzo sociale e al seminario di story telling “Mimesi”.
Alle ore 18.00 si torna al banchetto rainbow sull’isola pedonale, per la caccia al tesoro “Trash Point”. Alle ore 19.00, in occasione della Giornata Mondiale dei Disturbi dell’Alimentazione, viene offerto il workshop CorpoReiTà. A seguire vengono riproposti l’Eye Contact Experiment, la Human Library e la Social Art. In chiusura, in occasione della Festa della Repubblica Italiana, una chiacchierata informale sul nuovo governo e le azioni da intraprendere come cittadini/e/* attivi/e/*.
Domenica 3 ci si divide tra la spiaggia del Lungomare Vittorio Emanuele III, con attività en plein air dalle ore 11.00 e le ore 13.30, la sede Hermes Academy in Via Pupino #90 con il pranzo sociale alle ore 14.00, e CasArcobaleno (in Corso Italia #84C), che, a partire dalle ore 16.00 ospita i workshop creati in Irlanda e, in chiusura, l’aperitivo socio-culturale.
Lunedì 4 giugno, in appendice alla due giorni, presso la Biblioteca Popolare Il Salotto delle Muse (in Via Pupino #90) viene proiettato, a partire dalle ore 21.00, il film “La nostra terra” di Giulio Manfredonia, proposto con successo in Piazza Verdi a Bologna lo scorso 30 maggio, nell’ambito del Festival della Cultura Sostenibile.
Il film, interpretato da Stefano Accorsi, Sergio Rubini, Maria Rosaria Russo, Iaia Forte, Nicola Rignanese, è la storia di una strana antimafia, fatta piantando pomodori. E di qualcosa che viene prima della mafia, dell’antimafia e di tutto il resto: la terra, quella che ci ospita, ci nutre e ci seppellisce.
La partecipazione è libera e gratuita, con obbligo di prenotazione al +39 388 874 6670.
A seguire la recensione di Dario Zonta. Nel sud pugliese, il proprietario di un podere e di diversi ettari di terra, Nicola Sansone, viene arrestato e le sue proprietà prima confiscate e poi assegnate a una cooperativa locale incapace di gestirle per negligenza e impreparazione. Dal Nord ad aiutarli viene mandato Filippo, stratega dell’associazionismo da antimafia, uomo da scrivania, esperto di leggi e regolamenti, ma inesperto quando si tratta di sporcarsi le mani con la realtà. A Sud Filippo trova il Sud con tutte le sue contraddizioni, affascinazioni, collusioni, non detti, speranze, creatività e via dicendo, un coacervo di luoghi comuni resi plastici dalla missione che si è dato: far funzionare la cooperativa. Tra i personaggi tutti “tipici” che incontra sulle terre confiscate, c’è Cosimo, lo storico fattore del proprietario Sansone, che nelle more di un giudizio definitivo continua a coltivare l’appezzamento che ben conosce perché un tempo era della sua famiglia, prima che il boss locale, ora agli arresti, se lo prendesse. Filippo e Cosimo ingaggeranno un confronto tra burocrazia e senso della vita che porterà il primo a cambiare e il secondo a redimersi.
Giulio Manfredonia torna con La nostra terra sul solco della commedia etica già inaugurata con il fortunato Si può fare, che raccontava una vicenda nello spirito non dissimile da questa: un sindacalista viene mandato a gestire una cooperativa composta da ex pazienti di un manicomio. Quel che si racconta alla fine è questo: fare l’impresa gestendo un bene comune secondo i principi del politicamente corretto. Aggiornando il tema, dunque, Manfredonia individua il nuovo “bene comune”, le cooperative antimafia (realtà già attive da molto tempo ma mai raccontate al cinema, tanto meno nei modi della commedia), e su di esso costruisce una sceneggiatura molto calibrata, fino all’eccesso.
Se non fosse per la straordinaria bravura di alcuni suoi interpreti (Sergio Rubini tra tutti, che riesce a dare corpo, odore, ironia, pensiero, azione a un personaggio altrimenti bidimensionale), La nostra terra avrebbe assunto il tono di una lezioncina in punta di penna, una commedia con tutti gli ingredienti a loro posto, scritta con il bilancino, schematica e meccanica, e per questo prevedibile, con personaggi inseriti come ingredienti tipici di una ricetta da masterchef televisivo. Si sente dunque il lavorio di questa costruzione drammaturgica, rotto dalla verve e dall’invenzione di attori veri a autoironici (Sergio Rubini, Iaia Forte) che anche solo con un gesto riescono a smarcarsi dalla rigidità di una sceneggiatura che li ha pensati troppo, definendoli a volte come macchiette.
La nostra terra è comunque una commedia intelligente e divertente, una favola etica sui limiti del buonismo da terzo settore e sull’italietta dei sempre bravi che ce la possono fare. Un remake meridionalista e “bio” di Si può fare, senza le nevrosi di Bisio ma con le ossessioni di Accorsi, senza i mattarelli del nord ma con i contadinelli del sud, di nuovo conio o vecchia tradizione, inventati o veri, figli di una Apulia sempre più virtuosamente commission.
La programmazione rientra nella settima edizione della kermesse Hermes on Streets Spring’s Festival, rassegna promossa dall’Associazione Culturale Hermes Academy Onlus e da Arcigay Strambopoli – Presidio nella Provincia di Taranto, al fine di riscoprire il significato del lemma comunità, diffondere la cultura delle differenze, conservare la memoria storica locale, valorizzare talenti, educare le nuove generazioni (e non solo) alla bellezza e all’ascolto, mediante incontri socio-culturali quotidiani che traggono spunto da esercizi tipici del training attoriale e della scrittura creativa, ricordando sempre di sensibilizzare giovani e meno giovani alla prevenzione e al contrasto a malattie sessualmente trasmissibili, a fenomeni di omobitransfobia, bullismo, violenza di genere e stigma persone HIV positive.
Il tutto è, inoltre, ambito delle attività del Centro di Ascolto LGBTIQ+ (psicologi, sessuologi, legali e mediatori presidiano la sede Hermes Academy e Arcigay in via Pupino #90 a Taranto dal lunedì al venerdì dalle ore 10.00 alle ore 12.00; è preferibile, però, prenotare un appuntamento al +39 388 874 6670), del Progetto IsolArcobaleno, del Social Bridge Project e della campagna socio-sanitaria (patrocinata moralmente da Ufficio Provinciale della Consigliera di Parità, Comune di Taranto, Comune di Avetrana, Comune di Carosino, Comune di Faggiano, Comune di Ginosa, Comune di Grottaglie, Comune di Laterza, Comune di Leporano, Comune di San Giorgio Jonico) di prevenzione e contrasto a fenomeni di omo-bi-transfobia, violenza di genere, xenofobia, cyber bullismo, IST (infezioni sessualmente trasmesse), stigma persone HIV+ (sieropositive) e, più in generale, stigma persone IST+.
Le attività promosse quotidianamente, compresi i laboratori e le consulenze psicologiche e legali, non godono di fondi pubblici, né di contributi di privati, ma fondano le proprie radici su puro spirito filantropico e opera di volontariato dei/delle/de* suoi/sue/su* aderenti.
Per visionare il programma completo, per proposte di collaborazione e condivisioni di idee, vision, mission e obiettivi, consultare il sito www.hermesacademy.blogspot.it o contattare il +39 388 874 6670.