SAVA. Depuratore consortile. Lo scriteriato e irresponsabile comportamento di Dario IAIA

SAVA. Depuratore consortile. Lo scriteriato e irresponsabile comportamento di Dario IAIA

Come rendere più astioso il rapporto con i Comuni limitrofi sulla drammatica mancanza della fogna pubblica nel nostro paese

E così sono passati sei anni di egemonia IAIA, tondi tondi, e il nostro piccolo centro agricolo non vede foglia che si muova sotto la drammatica e atavica mancanza della fogna pubblica. 6 anni passati a litigare, a contrastare, spesso a rendere vani gli sforzi che il Comuni di Avetrana e Manduria facevano per scongiurare la condotta sottomarina.

Nell’andare e rivieni da Bari, Regione Puglia, IAIA non ha ottenuto niente e forse non ha capito, in virtù della parola “consortile”, che il depuratore si costruisce con la sinergia di tutti e tre i Comuni. Non lo ha capito. O fa la parte del mercante. Buono a bussare alle porte dei giornali, ruffiani, e fargli fare proclami che non vengono minimante dibattuti come ogni giornale, serio, fa. Ma lui è bravo a vendere aria fritta.

I beoni alla sua corte, meno male che sono solo savesi, con la bava alla bocca lo osannano e credono che per davvero è lui il salvatore della nostra comunità. Non ha avuto coraggio di partecipare a nessuna manifestazione o dibattito che si svolgevano nelle sedi istituzionali degli altri due Comuni interessati al Depuratore. Lo avesse fatto, i fischi e i pomodori lo aspettavano per gratitudine!

Fresco fresco è lo scontro con il Comune di Avetrana che, secondo IAIA, non ha titolo a partecipare agli incontri per il fatto che il depuratore non ricade nel feudo avetranese. E a dire che un anno fa, dal palco in Piazza San Giovanni, IAIA per dimostrare che non c’era astio con il Comune di Avetrana invitò al comizio proprio il sindaco avetranese presente, tra l’altro, nominandolo anche dal microfono.

Ora le cose vengono trasportate sullo scontro. Eh già. Anzi che avere avuto una lungimiranza in questo anni passati, IAIA è risultato avere una antipatia incredibile, e ciò è testimoniato dai tanti forfait dati nelle occasioni pubbliche seppur invitato. Ma IAIA tante cose non le vuole capire. Non vuole capire che il nuovo depuratore deve avere delle caratteristiche principali, ecco perchè il progetto calato dall’alto non partirà mai. E questo Manduria e Avetrana lo sanno bene. Molto bene.

E IAIA che fa in tutti questi anni passati, fino ai giorni nostri? “Sava ha urgente bisogno della fogna pubblica!” tuona sulle colonne dei mezzi di comunicazione locali. Anzi va sul pesante.

“C’è la volontà politica che i lavori non iniziano e Emiliano è il regista” dichiara in un incontro a Sava nel novembre di due anni fa. Addirittura. E nello stesso incontro fu sbugiardato così dall’ex vicesindaco Fabio Pichierri: “In questi due ultimi anni non hai fatto nessun intervento in Regione”.

Già. E lui in tutti questi sei anni, oltre a essere sordo ai problemi che i messapici e avetranesi mettevano in evidenza sui rischi del progetto, che fa? Non prepara un progetto alternativo, della serie “il depuratore ce lo facciamo noi e a casa nostra”.

Molti anni fa il nostro giornale prospettò questo: “IAIA esca dal consorzio, si faccia dare i soldi che spettano al nostro paese e avvii la costruzione di un impianto di fitodepurazione” e così Manduria  e Avetrana posso decidere liberamente il loro destino.

Per la cronaca, e qui basta a recarsi nella leccese Meledugno, ci vogliono una dozzina di ettari terreno e il depuratore si può benissimo fare. No, non esiste. Assolutamente. Anzi che fare la vittima, IAIA impari che da sei anni Sava non ha visto nessun passo avanti su questo problema. E se Sava non ha la fogna le responsabilità, in parte, sono anche sue.

Visto che parla di politica manco fosse il decano della stessa ma in verità i risultati della politica si vedono nei fatti e nella realizzazione dei progetti. Quindi la politica, quella savese in questi anni, ha fatto cilecca. E non basta fare pubblicità o addirittura minacciare il blocco stradale del paese. Avesse avuto coraggio, lo avrebbe fatto. E i pugni sul tavolo si battono nelle sedi competenti e poi vedere che risultato producono. Ma le parole le porta via il vento. Possono addolcire gli stati d’animo. E la risoluzione del problema dove sta?

Non è anche questa la risposta politica a un modo di fare che, francamente, di politico non ha nulla? Altro che teatrino. Altro che Sava avanti così. Un bagno di modestia si imponeva, oltre quello della lungimiranza. Ma queste sono cose di un altro mondo e che non appartengono a IAIA.

Assolutamente.

Giovanni Caforio

 

 

viv@voce

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