Oggi, giovedì 11 ottobre, è la giornata nazionale dedicata al Coming Out, un’occasione in cui celebrare le identità di tutti, tutte, tutt*
“Ho abbracciato, baciato sulle labbra, tenuto per mano l’amore nel cosmo di una stanza”
Quest’anno cerchiamo di festeggiarlo in un modo diverso, avvicinandoci alla quotidianità di ogni singola persona e provando a metterci nei panni di ciascuno/a/*.
Il Coming Out, infatti, è un momento delicato sia a livello relazionale che personale, e soprattutto si ripropone continuamente in diverse situazioni: a casa, nel contesto famigliare allargato (parenti e nonne e nonni, etc.), a scuola, nella propria compagnia di amici, nello sport, in palestra.
Ecco perché la campagna #HoQualcosaDaDirvi non si limita a descrivere un unico episodio di esternazione, ma racconta con delicatezza la stessa esternazione ma fatta in contesti differenti.
Dal profilo instagram e dal diario facebook di Luigi Pignatelli
#HoQualcosaDaDirvi.
Era il 31 agosto 2010 e avevo dato il primo bacio ad una persona del mio stesso sesso quattro giorni prima. Negli anni precedenti avevo vissuto da sacerdote mormone asessuale.
Come la presero i miei? Per mia madre fu una delusione («Dove ho sbagliato, figlio mio?»), per mio padre l’ennesima conferma della sua nobiltà d’animo («Se è contento lui, sono contento anche io»).
Sono trascorsi inverni e primavere e la mia famiglia d’origine è l’emblema dell’apertura, del dialogo e della pace.
Io sono fortunato, perché vivo alla luce del sole il mio orientamento.
Ho viaggiato e vissuto amori in diverse parti del mondo. Ho abbracciato, baciato sulle labbra, tenuto per mano l’amore nel cosmo di una stanza, nella prigione di una piazza, in giacca e cravatta, senza veli.
Sì, io sono fortunato.
Quando stringo la #rainbowflag penso alla mia fortuna, alla mia benedizione e, ogni volta, sento forte l’urgenza di combattere contro i pregiudizi e contro il silenzio, quel silenzio che uccide.
Nel mio armadio non c’è quasi alcun capo. Non ci sono più neppure gli abiti di scena.
In quell’armadio non mi sono mai nascosto, neppure quando da bambino prendevo le scarpe col tacco di mamma, una sciarpa e fingevo di essere una lei; quando assieme a mia sorella e nostra cugina giocavamo “alle tre sorelle Occhi di Gatto”; quando preferivo le Barbie a macchinine o aeroplani; quando dichiaro che l’organo maschile altrui non mi piace; quando confesso di aver fatto la popò in mare; quando incontro una persona sconosciuta che mi chiede aiuto.
Non ho paure. E questo dovrebbe farmi paura, perché la paura, alle volte, è un salvacondotto verso la salvezza.
Forse io quella salvezza non la voglio, perché la parola salvezza mi ricorda la realtà manichea di tradizione cristiana. Alla salvezza e alla paura preferisco la speranza che non fuggì dal vaso di Pandora.
#HoQualcosaDaDirvi, ragazzi/e/* che non avete la benedizione di sentirvi al sicuro.
Ho qualcosa da dirvi, mamme e papà di quei/quelle/que* ragazzi/e/*.
Non abbiate paura!
Rompete il silenzio!
L’amore (amicale, coniugale, filiale, etc) alla luce del sole è il senso più bello che so dare ai miei giorni e nutro la speranza che tutti/e/* possiate viverlo.
Buon Coming Out Day!