TARANTO. La Biennale della Prossimità dialoga con la Città Vecchia
Don Emanuele Ferro: «la Prossimità, il “farsi prossimo”, è la cifra unica del cristianesimo
Continua il percorso per organizzare la Biennale della Prossimità 2019, la manifestazione nazionale che, dal 16 al 19 maggio prossimi, si terrà nel Centro storico di Taranto, la prima nel Meridione dopo le due edizioni di Genova e Bologna.
È un grande evento partecipato che, da tutta Italia, vedrà giungere a Taranto operatori ed esperti per condividere le loro esperienze di prossimità: dai gruppi di acquisto ai comitati di cittadini che si prendono cura del territorio, dalle esperienze di co-housing ai supermercati solidali.
Epicentro della Biennale della Prossimità 2019 sarà la Città Vecchia di Taranto che, per quattro giorni, sarà vissuta e “respirata” dalle centinaia di persone che arriveranno per partecipare e condividere il programma della manifestazione.
Questa, infatti, non è una “vetrina” in cui promuovere le proprie attività, ma vuole essere un momento di confronto con workshop, corner tematici, giochi e racconti di esperienze; sono tutte iniziative proposte da associazioni e organismi, pubblici e privati, per farlo c’è tempo fino al 31 marzo prossimo (info http://prossimita.net/).
Una delegazione del Comitato Locale organizzativo della Biennale della Prossimità ha incontrato, presso l’Arcivescovado di Taranto, operatori culturali e sociali del Centro storico per presentare la manifestazione e condividerne il percorso.
Tutti hanno espresso soddisfazione per questa importante manifestazione nazionale che a maggio accenderà i riflettori sulla Città Vecchia; è emerso, soprattutto, l’auspicio che le iniziative riescano a coinvolgere la popolazione del Centro storico che, anche nel recente passato, troppo spesso ha invece vissuto passivamente gli eventi organizzati nell’Isola.
Per questo sarà necessario che, tra i tanti temi della Biennale, vengano affrontati anche quelli più “sentiti” in Città Vecchia, come la legalità diffusa, o l’assenza di lavoro, o la valorizzazione e l’innovazione di attività come la mitilicoltura o la pesca.
A fare gli “onori di casa” Monsignor Emanuele Ferro, portavoce dell’Arcidiocesi e parroco del Duomo Basilica “San Cataldo”, che nell’occasione ha dichiarato «plaudo innanzitutto al tema di questa Biennale nazionale, ovvero la Prossimità: “farsi prossimo” è praticamente la cifra unica del cristianesimo, il rendersi vicino a chi ha più bisogno, come il rendersi “compagni di viaggio” è proprio la missione cristiana, questo tema è di per sé un ottimo auspicio per chi crede in questo valore».
«Si auspica soprattutto – ha poi detto il parroco del Duomo Basilica “San Cataldo” –che in questa occasione venga coinvolta attivamente la popolazione; questo avviene quando c’è desiderio di “ascoltare”, comprendere, apprezzare e stimare l’altro: solo così ci può essere un vero coinvolgimento delle persone».
Al termine dell’incontro Daniele Ferrocino, codirettore nazionale della Biennale della Prossimità, si è detto «felice per la perfetta sintonia instauratasi subito con i partecipanti, in particolare con Don Emanuele Ferro, in quanto da sempre la Biennale della Prossimità mira a coinvolgere e rendere partecipe le persone che ci ospitano per quattro giorni».