TARANTO. “Gallerie ex ILVA – C’e’ un nesso con le collinette ecologiche?”
Nota stampa dell’ Aps LiberiAmo Taranto
E’ di pochi giorni fa la notizia che le ormai famose “collinette” costruite lungo il perimetro dell’acciaieria di Taranto, con l’obiettivo di contenere la diffusione delle polveri minerali, specie nelle giornate di vento, non sono altro che una sorta di discariche a cielo aperto ricolme di rifiuti pericolosi, tanto inquinanti che la procura di Taranto ha emesso nei giorni scorsi un mandato di sequestro delle stesse.
Il Noe ha quindi messo i sigilli ad un’area di 9 ettari satura di tonnellate di rifiuti industriali derivanti dalle lavorazioni degli impianti del polo siderurgico quali loppa, scorie d’altoforno che, esposti all’azione degli agenti atmosferici, hanno riversato nei terreni e nell’ambiente circostante, sostanze altamente tossiche e cancerogene come diossine, furani, pcb, idrocarburi e metalli vari.
Le collinette dette “ecologiche” quasi a sbeffeggiare la tanto martoriata città si trovano proprio a ridosso del quartiere Tamburi e confinanti con alcune scuole elementari e materne che su ordinanza del Sindaco sono state chiuse immediatamente.
Alle spalle di una di esse (l’istituto Deledda) vi è un cantiere nel quale ditte dello stabilimento Mittal (ex Ilva) da quasi un anno movimentano terra per la manutenzione delle gallerie di approvvigionamento idrico della fabbrica. Esse congiungono il mar Piccolo all’opificio attraversando l’intero quartiere Tamburi.
Ci chiediamo se il Piano di Sicurezza e Coordinamento del cantiere, adesso, alla luce degli ultimi dati di inquinamento, debba tener conto del rischio esterno, ignoto ai tempi dell’inizio dei lavori, o se comunque i lavoratori siano tutelati durante le operazioni dai nuovi rischi che le collinette rappresentano per quel cantiere.