MANDURIA. La morte de “il pazzo del Villaggio del fanciullo”
Una riflessione sulle responsabilità di tutti quelli che sapevano e che non hanno fatto nulla per evitare questa tragedia che mette con le spalle al muro una intera comunità
La cronaca ci dice questo: “Segregato in casa per giorni, seviziato e picchiato fino alla morte. Dodici minorenni e due maggiorenni di 19 e 22 anni, sono indagati per la morte di un uomo 66 anni di Manduria, nel Tarantino.
L’anziano è deceduto tre giorni fa in seguito al ricovero in ospedale, dopo essere stato trovato dagli agenti di polizia legato ad una sedia in casa. Al vaglio degli investigatori anche alcuni video delle sevizie che la baby-gang avrebbe condiviso in chat su Whatsapp. L’anziano soffriva di disagio psichico ed è stato costretto a rinchiudersi in casa e a non alimentarsi per giorni. Secondo quanto riferito dalla polizia ad alcuni quotidiani locali, ha subito una serie di assalti nella sua abitazione da parte del branco di ragazzi che lo avrebbero aggredito, rapinato e bullizzato.
Gli agenti del locale commissariato il 6 aprile scorso, su segnalazione di alcuni vicini, sono intervenuti nell’appartamento e hanno trovato il 66enne legato alla sedia dalla quale probabilmente non si muoveva da giorni. Nei video, diffusi tramite Whatsapp, i giovani si sarebbero ripresi mentre sottoponevano la vittima a violenze con calci, pugni e bastoni.
Le procure, quella dei minori e quella ordinaria, indagano per i reati di omicidio preterintenzionale, stalking, lesioni personali, rapina. Un educatore della parrocchia ha scritto su facebook “di aver ripreso tante volte i ragazzi che bullizzavano il signore, ma senza risultati”. I vicini di casa, secondo quanto riportato dall’agenzia Ansa, hanno raccontato che l’anziano era bersaglio dei bulli dal 2012 (dal fatto quotidiano.it). Fin qui è la cronaca.
L’OPINIONE DEL NOSTRO GIORNALE
Forse siamo nel 2019, vero? E se guardiamo le date sono passati ben 7 anni da quando l’anziano, il quale soffriva di disagio psichico, era bersaglio di balordi e di imbecilli che non appartengono nemmeno alla più brutta specie animale. A quella delle bestie di sicuro. Ma quello che ci chiediamo è questo: come mai in tutto questo lasso di tempo, e qui si parla di sette anni e non di sette mesi e tanto meno di sette giorni, nessuno, dico nessuno, si è allarmato per mettere in evidenza alle Autorità competenti questo dramma che, ai giorni nostri, si è trasformato in tragedia?
Ma è possibile che nessuno si è armato di “coraggio”, in tutti questi passati anni, per recarsi al più vicino posto di Polizia di Stato o alla Caserma dei Carabinieri per denunciare tutto questo? Ora ci sono i capi di accusa sugli autori di tutte queste angherie perpretate alle spalle di una persona, di un essere umano, che non ha avuto la “fortuna” di essere “normale”. Ma questo non basta. Assolutamente.
Quello che ci chiediamo oggi è questo: chi ha permesso tutto questo con il suo silenzio? Forse la comunità messapica deve porsi obbligatoriamente questa domanda. E la stampa locale non era per nulla al corrente di questo? E possibile che nessuno, dico nessuno, abbia alzato la cornetta e avvisare i vari direttori delle testate locali per denunciare tutto questo?
Parliamo di angherie, sevizie che duravano da ben sette anni! Che gli autori materiali, e ce lo auguriamo con tutto il cuore, vengano puniti in modo esemplare visto che non hanno avuto il ben chè minimo rispetto per una vita umana che, tra l’altro, era solo. Terribilmente solo.
Oggi il “il pazzo del Villaggio del fanciullo” non c’è più.
E se un bel giorno, e questo è sicuro, quando saliranno sul banco degli accusati gli autori materiali che hanno portato alla morte il povero disagiato psichico, sarebbe bello che su di un altro banco ci fossero altri imputati: quelli che non hanno fatto nulla per far sì che tutto questo non accadesse …
Giovanni Caforio