Eliana Baldo incontra Leonardo Palmisano
Nota stampa
“Abbiamo bisogno come Italia innanzitutto, come Europa sicuramente, di connotarci politicamente in una dimensione che porta a pensare che dobbiamo salvare il pianeta. L’umanità come la vedo io non è esente da colpe. Da qui la mia scelta di optare per la proposta elettorale di “Europa Verde” che, rispetto a quello che sta accadendo in Italia, nelle destre e nelle sinistre, può apparire controcorrente, ma per me è molto opportuna, perché esce da gabbie ideologiche”.
L’incontro tra la capolista per la Circoscrizione Meridionale Eliana Baldo e Leonardo Palmisano, alla presenza del co-portavoce provinciale dei Verdi, Gregorio Mariggiò, parte dalla decisione dello scrittore e giornalista di sostenere “Europa Verde” alle ormai vicinissime elezioni europee.
Palmisano prosegue: “Poi c’è l’esigenza di portare nei “palazzi della politica”il fermento ambientalista”. Obiettivo che, sottolinea il giornalista barese, “è stato già raggiunto in altri paesi, certo con altre culture e tradizioni, al punto da riuscire a smuovere le acque. L’ Italia è in ritardo per tanti motivi” prosegue Palmisano che però dice di intravedere i germi del cambiamento nelle ultime generazioni. L’invito, ampiamente accolto da Eliana Baldo, è a proseguire con questo tipo di impegno con qualunque formazione, che si chiami partito o movimento non importa, anche all’indomani della consultazione elettorale del 26 maggio, indipendentemente dal risultato..
Nell’incontro tenuto, nella serata di venerdì 16 maggio, nella sede di Manduria Lab, si passa poi a parlare del libro: “Tutto torna. Il primo caso del bandito Mazzacani”.
“E’ il primo di una serie di romanzi, che con Fandango abbiamo voluto dedicare a un racconto differente della mafie pugliesi, poco raccontate anche per responsabilità di quotidiani importanti di Puglia che hanno lavorato poco in questa direzione. Si è scoperto, fuori Regione, che esiste la mafia del Gargano dopo la strage di San Marco in Lamis, stessa cosa per Manduria, dove si è saputo che c’è la mafia dopo lo scioglimento del Consiglio Comunale, ma non c’è stato un racconto organico di questi fenomeni da parte della stampa.
Nel mio libro usciamo dalla saggistica e dall’inchiesta; non c’è un eroe che viene dal mondo mafioso, né uno sbirro. Mazzacane è un bandito, che incontra tanta gente e si muove velocemente. Ho scelto di rappresentare i luoghi della Puglia come personaggi. Un episodio, piuttosto determinante, si svolge nelle campagne Manduria. Altrettanto determinante Taranto, che sarà centrale nel secondo libro della serie in uscita a settembre”. Un passaggio di Palmisano riguarda Taranto che definisce “città” nel vero senso del termine, “distrutta, depressa, ma città”.“Bari è molto più provinciale di Taranto.
Noi degli anni ’70 ricordiamo l’omicidio di Benedetto Petrone, non le manifestazioni. Bari non riconosce un pezzo di sé. Taranto ha memoria di lotte operaie e scioperi, ha una parte industriale che riconosce come tale, un rapporto col mare che Bari non ha. Anche il dibattito interno a Taranto che i cittadini non sopportano le dà questa caratterizzazione”.
Cenni sull’autore Leonardo Palmisano. Presidente della cooperativa “Radici Future”, sociologo ed etnografo, assegnista di ricerca, è autore di numerose inchieste e pubblicazioni. Collabora con la cattedra di Sociologia della Facoltà di Lettere dell’Università di Bari e, come consulente, con la Cgil Puglia.