GROTTAGLIE. “Call Center: una situazione vergognosa”
Nota stampa dei Gruppi consiliari Sud in Movimento e RiGenerazione
La situazione vergognosa che sta emergendo in alcuni call center del Tarantino, tra cui anche Grottaglie, necessita della massima attenzione e ha bisogno del coinvolgimento anche delle istituzioni; un settore che occupa circa 80mila persone in Italia, ma che vede i lavoratori sempre più in balia delle aziende, tra delocalizzazioni, paghe da fame e gare al ribasso.
Lo scorso 16 Maggio, nel corso della trasmissione Piazza Pulita in onda su La7, è emerso un quadro desolante, spesso ben nascosto, che ci fa capire come alcuni “imprenditori” sfruttino la necessità di lavorare della gente in estrema difficoltà.
La denuncia di Andrea Lumino, segretario Slc Cgil Taranto, da sempre in prima linea su queste battaglie e spesso anche minacciato, ha messo in evidenza come cinquanta persone lavoravano in uno stato di schiavitù morale e lavorativa alle quali venivano negati i principali diritti sul lavoro, sanciti tra l’altro dall’accordo collettivo del 2017 sottoscritto dai sindacati.
In virtù di questo quadro osceno e anomalo per un paese civile, ci sentiamo responsabilmente coinvolti nell’atto di denuncia ed è per questo che abbiamo fatto richiesta, al Sindaco e al Presidente del Consiglio, di convocare urgentemente un consiglio comunale monotematico sulla questione, insieme alla presenza dei sindacati.
Occorre, secondo noi, sottoscrivere un documento ufficiale e politico con cui si impegnano Regione Puglia e Ministero del lavoro in maniera tale da capire come arginare questi fenomeni di sfruttamento che in Puglia e soprattutto nella nostra Provincia sono sempre più frequenti.
Non vogliamo assolutamente che la necessità di lavorare diventi il pretesto, per alcuni “prenditori”, di arricchirsi alle spalle della gente onesta.
Siamo anche certi che esistano aziende oneste che riescono anche a garantire i diritti principali, ma non possiamo chiudere gli occhi di fronte ad altre che durano qualche mese, sfruttando al massimo i lavoratori per poi scomparire nel nulla e riaprire da un’altra parte con un nuovo nome.