SAVA. Una scritta su di un muro può invitare a pensare. Ma, in questo caso, lungi dall’essere d’accordo, anche minimamente, sul suo contenuto
Nell’area mercatale, in grande, lo spray nero dichiara che il nostro paese è “protettore dei pedofili”
“Sava protrettrice dei fedofili”, dice così questa enorme scritta molto ben visibile a tutti. Al di là dell’errore, protettrice e non protrettrice, questo messaggio è senz’altro rivolto all’indagine, culminata con ben 20 arresti, condotta in modo certosino dai Carabinieri della Stazione locale e che vede tutt’ora in carcere i presunti autori di reati spaventosi.
La vittima, un povero disagiato psichico, preso di mira e vessato in tante maniere e modi indegni per nulla rispettosi della dignità umana. Ma andiamo al tema principale, ovvero la scritta sul muro.
Che Sava ha amministratori incapaci è un dato di fatto. Che Sava ha dalla sua un Comando di Polizia municipale che non funziona, non abbiamo fatto di certo la scoperta dell’acqua calda. Che Sava non ha la fogna pubblica è storico.
Ma non crediamo affatto che Sava, o meglio i savesi, proteggono a spada tratta i pedofili. Nel modo più assoluto. Che ci sono stati casi in passato, anche nei mesi scorsi, di pedofilia o di preti pedofili riabilitati non ha certo fatto chiudere la bocca a nessuno.
I fatti, la cronaca, sono testimoni della non esistenza di un muro di omertà su casi così famigerati. Tutti ci siamo sdegnati e indignati quando un caso, attinente al tema principale dell’articolo, è scoppiato.
Bertolt Brecht, drammaturgo tedesco, in suo scritto diceva testualmente, a proposito di chi scrive sui muri: “Le scritte sui muri invitano a pensare”.
Ma francamente, non dobbiamo per nulla pensare ad altro dopo aver letto questo messaggio.
Va solo cestinato …
Giovanni Caforio