ARSENALE MM TARANTO: I LAVORATORI, LE OO.SS. E LA RSU PRONTI ALLA TOTALE RIPARTENZA
Intervento delle Segreterie Territoriali CGIL, CISL, UIL, FLP DIFESA, USB e RSU ARSENALE TA
I lavoratori dell’Arsenale di Taranto sempre pronti e le Rappresentanze Sindacali favorevoli a riavviare quanto prima e in modalità normale le attività manutentive alle UU.NN., riprendendo in modo graduale e soprattutto salvaguardando adeguatamente la tutela della salute e la sicurezza dei lavoratori e degli utenti, come previsto dalle norme per la gestione dell’emergenza sanitaria da COVID-19 fissata al momento fino al 31 luglio 2020.
Di contro, rileviamo che l’Arsenale continua ad avere difficoltà nel dotarsi di un adeguato numero di mascherine da consegnare giornalmente, almeno una, per tutti i lavoratori tecnici e amministrativi che assicurano le attività indifferibili in presenza, tenuto conto che oggi il problema ha riguardato solo circa duecento dipendenti in servizio ma, che entro fine giugno potrebbe rivolgersi verso 400 unità ed entro fine luglio a 800 unità, in base al programma di aumento graduale delle attività indifferibili da svolgere che l’Amministrazione intenderebbe attuare.
Le iniziative per l’acquisto delle mascherine, assunte sin’ora dall’Arsenale, per mancanza/insufficienza di finanziamenti all’uopo destinati, burocrazia e difficoltà di reperirle sul mercato, non hanno prodotto soluzioni immediate al problema, attivando nel frattempo una gestione “al risparmio forzato” di quelle poche a disposizione; inoltre, nella stessa direzione sembrerebbero andare anche le iniziative avviate da Marinasud per tutti gli Enti della propria giurisdizione, tramite la Maricommi TA, pertanto, l’indisponibilità permarrà sino alla data imprecisata della loro consegna ed il quantitativo richiesto dovrebbe essere sufficiente per la copertura solo di tre mesi. Come inconcludente e faraginosa è risultata l’iniziativa assunta da circa due mesi per la produzione delle mascherine in Arsenale TA, ancora oggi non avviata per la mancanza delle necessarie autorizzazioni.
Nello stesso tempo, si aggiunge in Arsenale, al già inadeguato servizio di pulizia ordinario previsto per Uffici, mense, servizi igienici, spogliatoi – che per bando di gara nazionale esclude impropriamente le Officine di lavoro – ed alle insufficienti risorse economiche all’uopo destinate, più volte denunciate dai Sindacati, anche il parziale innalzamento dei livelli di sicurezza e prevenzione, attraverso l’esecuzione della pulizia giornaliera dei locali, degli ambienti, delle postazioni di lavoro, delle aree comuni, delle pulsantiere, degli ascensori, delle superfici esterne dei distributori automatici, dei mezzi di trasporto e/o di lavoro di servizio e/o aziendali e la sanificazione e l’igienizzazione periodica dei suddetti luoghi e degli impianti di aerazione e condizionamento/climatizzazione tramite aziende specializzate e con l’utilizzo dei prodotti aventi le caratteristiche previste dall’Autorità sanitaria, soprattutto in questo periodo di emergenza epidemiologica da Covid-19 e in occasione del graduale aumento delle attività lavorative e quindi di maggiore presenza di lavoratori.
Tali disposizioni, insieme alle altre (es. rilevazione della temperatura a tutti, lavoratori fragili, eventuale rimodulazione dei posti di lavoro, ecc…), sono contenute nel Protocollo nazionale Difesa sottoscritto tra AD/OO.SS. il 15.05.2020 “Protocollo di accordo applicativo per la definizione delle misure di prevenzione e la sicurezza dei dipendenti civili del Ministero della Difesa in ordine all’emergenza sanitaria da “Covid-19” e la definizione degli assetti del lavoro agile “, da recepire nel Protocollo Emergenza Covid aziendale; protocollo che, invece, ancora oggi viene disapplicato dall’Arsenale (e da altri Enti) su indicazione delle SS.AA., con il maldestro tentativo di delegittimare il Sindacato e limitare il suo ruolo dentro il Comitato permanente aziendale che si costituisce proprio per l’applicazione e la verifica delle regole del protocollo di regolamentazione, con la partecipazione delle OO.SS., delle RSU e degli RLS.
A riguardo, non mancano gli effetti collaterali di tale situazione, contestati da subito dalle Rappresentanze Sindacali, che hanno visto come risposta alla non capacità dell’Arsenale di fornire giornalmente le dovute mascherine ai propri dipendenti, la decisione di esternalizzare alcune attività a ditte private solo perché quest’ultime sono riuscite preventivamente a farsene una scorta.
La continua impossibilità da parte dell’Ente di tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori in presenza, solo perché il Ministero della Difesa non stanzia finanziamenti certi ed adeguati alle esigenze dello Stabilimento di Lavoro, non può giustificare la scelta di esternalizzare sempre più le lavorazioni ed aumentare in modo spropositato la spesa di F.A. per le manutenzioni alle UU.NN., risultando in controtendenza con le stesse linee guida di rilancio dell’Arsenale delineate dal Piano Industriale Integrato 2020-2025 presentato da Maricomlog su mandato dello SMM.