SAN PATRIGNANO. “La tossico dipendenza, il fondatore Muccioli, gli oltre 40anni di questo progetto e la docu-film di Netflix”

SAN PATRIGNANO. “La tossico dipendenza, il fondatore Muccioli, gli oltre 40anni di questo progetto e la docu-film di Netflix”

Intervista a Alessandro Rodino Dal Pozzo, presidente della Comunità

San Patrignano, ovvero la comunità per il recupero dei tossicodipendenti, alla ribalta nazionale dopo l’uscita del docu-film di Netflix, torna a far parlare di se. Ma andiamo ai tempi passati …

Era la fine anni ’70, quando esplose il problema eroina in Italia e Vincenzo Muccioli ebbe l’intuizione di dare vita ad un luogo che potesse aiutare alcuni di quei ragazzi che vedeva gettati ai bordi delle strade.

Quasi mezzo secolo dedicato a chi una volta veniva definito “rifiuti” sociale, ovvero il tossico …

Ragazzi spesso pieni di ideali, che avevano abbracciato un’idea politica che fosse di destra o di sinistra, scoprirono l’eroina e in poco tempo andarono a formare quell’esercito di zombie che tutti ricordano. Una generazione che è stata falcidiata poi dal problema dell’Aids.

Costanza, caparbietà per inseguire un progetto che è stato pioniere e che, tra l’altro, è servito ad apripista  nel nostro Continente …

Assieme a tante altre comunità abbiamo dato il là ad un metodo nuovo e probabilmente fatto capire a tanti che dalla tossicodipendenza era ed è possibile uscire.

Andando al ritroso, il fondatore Vincenzo Muccioli, ha anticipato i tempi …

Ha cercato di dare una riposta a un problema per il quale al tempo non cerano soluzioni. Lo Stato in primis non sapeva cosa fare e Vincenzo tentò di dare una mano. Un visionario che ebbe un’intuizione importante per offrire un aiuto a migliaia di giovani disperati.

Prima 100, poi 500 e di seguito migliaia di tossicodipendenti hanno bussato alla porta di San Patrignano …

Gli anni ‘80 e ‘90 hanno segnato il boom dell’eroina e della droga in generale e una volta che si è diffusa la conoscenza della comunità, sono aumentate le richieste di aiuto. La volontà di Vincenzo era quella di aiutare quante più persone possibile e così la comunità è cresciuta nei numeri.

Abbiamo assistito a scenari raccapriccianti: genitori in preda alla disperazione in quando non erano in grado di gestire il figlio tossico …

La tossicodipendenza non è solo un dramma per la persona interessata, ma forse ancor più per chi gli sta attorno, la famiglia in primis. Spesso i genitori non sanno a chi rivolgersi e hanno necessità di trovare qualcuno a cui affidarsi. Sentono di aver già perso il figlio o il loro parente e hanno bisogno di qualcuno che gli dia forza e coraggio per venirne fuori.

Ma notato anche l’inerzia dello Stato molto impreparato …

Lo Stato stava cercando una risposta a un nuovo problema e non poteva da subito essere pronto. Come San Patrignano in quel periodo nacquero tante comunità ed ognuna a modo suo tentò di dare una risposta elaborando un proprio metodo.

Abbiamo visto anche tanti ragazzi che, una volta fuori da San Patrignano, hanno imparato a comportarsi in un modo diverso e, su tutto, ad entrare in possesso della loro vita …

E’ quello lo scopo di ogni comunità, recuperare la persona perché possa tornare a vivere da uomo o da donna libera in quella stessa società da cui era uscito sconfitto.

E tutt’oggi il progetto di Muccioli regge alla grande …

Il primo dato è che la comunità ha superato i 40 anni di vita, e Vincenzo è stato protagonista solo dei primi 17. Evidentemente il seme ha dato i suoi frutti e il fatto che ci siano circa 1000 ragazzi oggi in percorso e che le domande di aiuto siano continue testimonia la validità dell’impegno della comunità.

Tanti riconoscimenti, tante lodi al lavoro svolto e che ancora svolgete …

Il riconoscimento più importante è il sorriso ritrovato di una ragazza o un ragazzo e vedere la serenità nei volti dei loro familiari. San Patrignano è per questo che continua a portare avanti il suo impegno. Certamente fanno piacere gli attestati di stima che arrivano da più parti, l’ultimo dal Presidente della Repubblica Mattarella, ma non arriverebbero se non ci fosse il grande lavoro di ogni giorno dei nostri operatori.

Oggi un ragazzo non sa cosa è stato San Patrignano nello scenario nazionale ma chi ha seguito tutte le sua fasi di crescita può dire che è stata una speranza a vivere contro la morte …

E lo è tutt’ora. Sembra incredibile, ma gran parte dei ragazzi che entrano oggi a Sanpa dicono: “L’alternativa alla comunità era solo una, la morte”. Ecco, può sembrare forte, ma a questi ragazzi San Patrignano ridà la vita.

Gestendo un “materiale” umano di così tante proporzioni, a volte, la situazione può sfuggire di mano. E’ giusto dire questo su alcune accuse che vengono affibbiate a San Patrignano?

Non deve sfuggire di mano, ma quanto successo va riportato a un contesto storico molto diverso da oggi, dove l’emergenza era sotto gli occhi di tutti e dove in comunità si incontravano sì tossicodipendenti, ma anche disperati provenienti da tante differenti situazioni di degrado.

Il docu-film di Netflix è stato troppo “cattivo” nei confronti della comunità? Se è sì, quale sarebbe la vostra risposta?

Ha raccontato in maniera parziale la comunità, non solo perché si ferma al 1995, ma anche perché la San Patrignano degli inizi aveva molta più luce di quanto riportato dalla serie.

Giovanni Caforio

 

 

 

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