TARANTO. “Enrico Letta. Le ragioni della sua vista nella nostra città”

TARANTO. “Enrico Letta. Le ragioni della sua vista nella nostra città”

Intervento di Angelo Portacci, segretario cittadino Giovani Democratici

Il segretario del Partito Democratico Enrico Letta, ha scelto Taranto come sua prima tappa per incontrare la rete dei circoli territoriali. Il motivo della sua scelta lo ha chiarito nel corso del suo intervento.

Sarebbe stato facile scegliere un luogo amico o ospitale dove ricevere solo applausi, ma come segno di cambiamento ha scelto un luogo che certo non gli ha riservato complimenti ma bensì critiche. Non è stata casuale la scelta di partire dal Meridione, questo è infatti  uno dei punti cardine del suo programma, e soprattutto non è stata casuale la scelta di partire dalla nostra bella e amata Taranto.

Letta ha esordito dicendo che l’Italia deve tanto a Taranto e la deve risarcire per ciò che il Paese tutto ha fatto e non ha fatto per la città bimare, che è stata privata di molte occasioni ma che sotto la saggia guida del sindaco Rinaldo Melucci e del Consiglio comunale con l’interessamento del Presidente della Regione Puglia, sta cercando di  cambiare rotta  e di ricominciare dal turismo. 

Spalto mondiale è stato l’evento del Sail GP, che ha dato a Taranto tanta visibilità in tutto il mondo,  Taranto capitale di mare, Taranto che ospiterà i Giochi del Mediterraneo  2026 e tutto ciò grazie al lavoro del Sindaco e della sua Giunta. In una pagina del suo libro il Segretario Enrico Letta paragona l’Italia ad  una locomotiva, la cui economia è trainata dal Nord; nel tempo si è pensato solo a potenziare questa locomotiva, ma ai vagoni non veniva riservata nessuna manutenzione e questo ha creato un solco ancor più grande tra Nord e Sud con disparità economiche e sociali evidenti.

Ciò che è apparso subito chiaro è il sentimento di rivalsa per un Meridione stanco di essere messo in disparte. Al suo programma non sono mancate critiche, come la critica mossa per l’idea di  tassare l’1 % della popolazione più ricca del nostro paese affinché si possa dare una mano per creare l’indipendenza dei 18enni, far crescere le nuove generazioni che sono state private della libertà di potersi esprimere. Non una paghetta, ma come un contributo alla propria indipendenza ed autonomia.

Chiara la centralità data a noi  giovani.

Credo vivamente nel progetto. Noi non siamo una generazione di nullafacenti come qualche politico ci etichetta, ma abbiamo voglia e capacità di cambiare il futuro e di renderlo migliore per tutti noi, per lasciare un mondo migliore rispetto a quello che abbiamo trovato. 

 

 

viv@voce

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