TARANTO. “Question Time”

TARANTO. “Question Time”

Intervento congiunto dei Consiglieri comunali Gaetano Blè (Capogruppo PD), di Dante Capriulo (Capogruppo PER) e di Cisberto Zaccheo (Capogruppo PSI)

In merito alle vicende svoltesi nel Question Time del Consiglio comunale di tre giorni fa, i Consiglieri  PD, PER e  PSI fanno presente che alcuni colleghi di opposizione hanno chiesto che il sindaco assumesse un atto illegittimo attraverso una mozione inammissibile. Hanno spostato, per l’ennesima volta, i termini della questione ambientale riducendola a mera bagarre politica che non aiuta di certo la città.

Abbiamo chiesto più volte ed in più occasioni che la città si stringesse attorno al sindaco allorquando è stata emessa l’ordinanza del 27 febbraio 2020. Lo abbiamo chiesto nuovamente allorquando il Tar lo scorso 13 febbraio 2021 aveva accolto le ragioni del Comune di Taranto ed aveva disposto che si desse corso all’ordinanza del 2020.

In entrambe le occasioni i consiglieri di opposizione non hanno fatto altro che alzare polveroni e distorcere le questioni di diritto a mero uso e consumo della più bassa delle politiche

Non abbiamo avuto alcun cenno di collaborazione da chi ora tenta di ergersi a esperto di diritto ed esperto di politica senza accorgersi che distorcere le questioni non aiuta la cittadinanza ma serve soltanto a far fare l’ennesima risata a chi gode delle spaccature in città.
 
Pur volendo superare la questione della inammissibilità della mozione, non rientrando tra i poteri di indirizzo del Consiglio comunale quello di impegnare il sindaco ad assumere un provvedimento di natura contingibile ed urgente che gli compete con poteri e funzioni tipicamente statali, semmai un’altra ordinanza verrà emessa  non potrà partire dagli stessi presupposti già sottoposti al vaglio dei giudici amministrativi.

Allo stesso modo non si può pensare che attraverso l’ordinanza possano essere disciplinate in modo stabile situazioni o assetti di interessi, dovendosi ancorare la stessa ad elementi di temporaneità e di pericoli sopravvenuti.
Quel che emerge è, oltre ad una scarsa conoscenza della materia, l’ennesimo tentativo di aizzare la cittadinanza contro l’amministrazione, puntando alla pancia, nella consapevolezza che una ulteriore ordinanza sui medesimi elementi non potrebbe essere emessa, ovvero – peggio – nella completa ignoranza dei principi di base dell’ordinamento.

Esattamente come quelli che, senza nemmeno essersi informati su Wikipedia, richiedono l’impugnativa della sentenza del consiglio di Stato.
Ciò non toglie che la sentenza del CdS abbia, per un verso, dato la conferma che l’impianto siderurgico sia ormai obsoleto e non possano essere ulteriormente rinviati gli interventi per la salvaguardia dell’ambiente oltre che per la salute pubblica; d’altro canto, è ormai evidente che la questione Ilva non potrà essere risolta a livello giudiziario, ma richiederà e richiede un urgente e non più rinviabile intervento della politica romana a tutela dei cittadini di Taranto, attraverso il più volte richiesto accordo di programma.

 

 

viv@voce

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