SAVA (TA). La confusione è grande nella truppa IAIA. E “lu scijuscettu” resterà sedotto (dalla sua idea) e abbandonato (dalla compagine)?
Le voci nel centrodestra a poco meno di 5 mesi dalle elezioni
Molti pensavano che entro questo Natale la schiarita in casa IAIA sarebbe avvenuta e che Saracino, assessore ai Lavori pubblici, avrebbe deciso cosa volere fare da grande. Ma si alternano solo voci, quelle classiche denominate di “corridoio” e su queste basiamo questo articolo.
I potenziali guidatori della uscente amministrazione si alternano in continuazione: dapprima era il nome di Gaetano Pichierri, da molti ritenuto il classico “yes man” dello IAIA, che nella passate settimane amava farsi vedere a braccetto con IAIA nel bar del centro quasi a testimoniare il classico “vedete, sarò io il futuro candidato sindaco”. Ma, pare, che Gaetano Pichierri per dare la sua candidatura vuole il centrodestra unito e sentirsi rassicurato alla poltrona di primo cittadino savese. Quindi vuole la garanzia che la sua candidatura deve risultare vincente già ai box di partenza.
Lo IAIA, stando sempre alle voci di corridoio, indice riunioni a manetta per fare esprimere alle liste della sua coalizione un nome da dare alla prossima tornata elettorale. Dal cilindro è uscita anche la candidatura di Domenico Gigante, passato da FdI alla Lega, ma pare che questa candidatura è solo di servizio.
Ma le acque cominciano ad agitarsi in quanto, voce fresca, anche la Consigliera comunale Annalisa Toma ha avanzato la sua candidatura. Alcuni sono convinti che questa mossa, della Toma, è manovrata dallo IAIA in modo da far capire a Saracino che non è il solo a voler competere per la fascia tricolore e che ci sono altri candidati e questo serve per far aumentare la competizione in modo da far mancare maggiormente la terra sotto i piedi a “lu scijuscettu”.
Ma Saracino, che all’anagrafe fa Giuseppe e cresciuto sotto la gonnella “tlù cumpari”, a giorni alterni fa capire che la sua candidatura non è tramontata. Le ambizioni in politica ci stanno tutte e in questo clima “lu scijuscettu” deve capire che ha poche chance di riuscita nel suo progetto ambizioso. Ma le alternative di Saracino non sono molte: se desiste dalla sua affermazione, tornerà a fare l’agnellino nell’ovile dello IAIA oppure avrà la forza di organizzarsi da solo con una coalizione avversa al centrodestra, magari cercando sponde nell’astratta opposizione savese che esiste solo da qualche mese a questa parte?
In politica ci vogliono le scelte, e su tutto il coraggio, le quali caratterizzano la valenza di un politico. E la domanda ci viene lecita: ma Saracino le palle (non quelle biologiche) le ha? Allora se le ha, dica chiaro e tondo che cosa vuole fare da grande e così diventa più chiaro il tutto. Senza scordare che la potenziale confusione nel centrodestra savese giova solo ad uno, il quale tirerà le redini in barca e imporrà il suo candidato.
E IAIA, dal suo pulpito, guarda lo scenario senza nessuna difficoltà.
E il detto savese “nò sé tortura? E all’aqqua à vinì”, pare che è questa la definizione giusta che vuole dare a Saracino.
Giovanni Caforio