MANDURIA. “Una Pessima Amministrazione”
Intervento congiunto dei movimenti civici Manduria Migliore e Federcivica
Sono già tre anni che non si tiene la storica campionaria manduriana ed allo stato attuale ci sono ottime possibilità che si arrivi al quarto.
Colpa del Covid, certo, ma come sempre colpa anche della mancanza di una seppur minima organizzazione e pianificazione nell’Amministrazione più scalcinata che la storia cittadina, già ricca di esempi, ricordi.
Ovviamente non poteva che finire così riducendosi all’ultimo minuto con le procedure di bando e non poteva che finire così producendo un bando che, oltre ad essere profondamente sconveniente per l’Ente (che si impegna a pagare un contributo all’organizzatore, cosa mai proposta prima) era evidentemente ben lungi dall’essere comunque conveniente per le ditte.
All’apertura delle sole due buste di offerta pervenute ci si è resi conto infatti che nemmeno una delle ditte era in regola con i requisiti richiesti dal bando ed è quindi stato necessario attivare un’ulteriore proroga per permettere alle aziende di sanare le proprie posizioni.
C’è solo da immaginare lo scenario successivo in cui, nella più probabile delle ipotesi, rimarrà una sola ditta a “gareggiare”, con la “scelta” per l’Amministrazione di affidarla a questa ditta o far saltare un altro anno di Fiera Pessima.
Una campionaria così importante, e lo dicevamo anche lo scorso anno e negli anni precedenti, non può essere gestita così maldestramente, non ai tempi attuali che richiedono grandissime doti di organizzazione, pianificazione e gestione manageriale a chi si propone di amministrare un Ente come la Città di Manduria.
Se ci fosse del minimo sano orgoglio e di bene per la città, il Sindaco dovrebbe pretendere le dimissioni dell’Assessore alle Attività Produttive, già avendo più volte dimostrato la propria incapacità amministrativa in questo anno e mezzo di assessorato.
La Fiera Pessima meriterebbe l’istituzione di un Ente Fiera autonomo, che preveda la partecipazione massiccia delle realtà produttive del territorio, che potrebbe gestirla come si deve trasformandola da fiera di paese ad evento prima regionale e poi nazionale, che potrebbe pianificare e nel tempo realizzare strutture stabili nelle quali poter svolgere, oltre che l’evento principale cittadino, anche una miriade di altri eventi culturali e fieristici.
Potremmo andare avanti ancora per molto, ma ci rendiamo conto che stiamo parlando di fantascienza per chi dal passato viene e lì, a quanto pare dai fatti, rimane ancorato nell’agire amministrativo.