DEPURATORE CONSORTILE SAVA-MANDURIA. “Lavori di realizzazione sospesi”
Le dichiarazioni del sindaco messapico Pecoraro ci danno il polso della situazione
A proposito della questione depuratore e rete fognaria, a chiarire le idee su come stanno realmente le cose attualmente, il sindaco di Manduria, Gregorio Pecoraro, ha rilasciato un’intervista, durante la trasmissione radiofonica “Spunta la Notizia” in onda domenica 16 ottobre 2022 su Rete uno Network, esprimendo in maniera chiara le cause della sospensione dei lavori di realizzazione dell’impianto.
Intento, sul recente parere espresso dall’Arpa (Agenzia regionale per l’ambiente) sullo scarico di reflui nell’area del porticciolo di Torre Colimena, Pecoraro ha dichiarato “noi siamo stati sempre contrari a questa soluzione e lo abbiamo confermato attraverso un documento del consiglio comunale, inoltre in una riunione di servizi che si è svolta una decina di giorni fa, abbiamo ribadito che noi non siamo assolutamente d’accordo allo scarico nel bacino di Torre Colimena e a qualunque altro tipo di scarico a mare di reflui rivenienti dal costruendo impianto”.
“Insistiamo solo sul riutilizzo delle acque di recupero per l’agricoltura – ha aggiunto Pecoraro – l’Arpa intanto deve essere ascoltata sul divieto di scarico per motivi tecnico ambientali e la politica di Manduria va nella stessa direzione, quindi dobbiamo insistere su altre soluzioni. D’altra parte una comunità europea che ha impegnato miliardi di vecchie lire per il rinascimento delle dune e la riqualificazione dell’area protetta, vede oggi impiantare nella stessa un agglomerato di cemento armato viepiù di un depuratore di reflui”.
“In effetti – ha sottolineato il sindaco di Manduria – questa è stata sempre una contraddizione, ed ecco perché puntiamo al recupero dei reflui e lo scarico in trincee drenanti lontane da quella zona”.
“Anche nel caso delle trincee drenanti sorge però un problema – ha affermato Pecoraro – in quanto non si sa ancora quale possa essere l’esito dell’azione giudiziaria avviata al Tar da alcune associazioni ambientaliste contro tali trincee drenanti, pertanto tutto resta al momento bloccato a data da destinarsi”.
Quindi nulla da fare per chi sperava che il depuratore entrasse in funzione a breve. D’altra parte, se si volessero utilizzare le acque reflue depurate in agricoltura, lo si farebbe attraverso i canali dell’Arneo che sono malridotti, fatiscenti ed inutilizzabili, senza nascondere che una ricostruzione degli stessi costerebbe alcuni milioni di euro oltre a qualche anno di lavoro.
Mimmo Carrieri