Vaccinazione sanitari e sospensioni, finalmente una linea chiara dal Ministero

Vaccinazione sanitari e sospensioni, finalmente una linea chiara dal Ministero

Nota stampa di Pierpaolo Volpe, Presidente OPI Taranto

In queste ore si sono diffuse informazioni su un possibile intervento normativo, già con il prossimo Consiglio dei Ministri, atto a rimuovere l’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari.

Come Presidente di un Ente sussidiario dello Stato che opera sotto la vigilanza del Ministero della Salute, attenderò la pubblicazione della legge e immediatamente procederò alla revoca dei provvedimenti di sospensione.

Sotto l’aspetto prettamente tecnico posso pacificamente affermare che finalmente qualcosa si muove.

In materia di obbligo vaccinale, l’immobilismo del Ministero della Salute nell’emanazione di una circolare aggiornata che rispetti i requisiti ex artt. 4, comma 1, DL 44/2021 e ss.mm.ii. e 8 DL 24/2022, ha creato e sta creando non pochi problemi agli Ordini professionali e ai Professionisti sanitari guariti dall’Infezione da SARS-CoV-2.

Il Ministero della Salute in questi mesi ha completamente abbandonato le Federazioni nazionali e gli Ordini territoriali dopo averli investiti di un compito gravoso, omettendo di emanare i provvedimenti richiesti per legge (circolare ex art. 4 DL 44/2021 e 8 DL 24/2022) e stigmatizzati dalla Magistratura amministrativa, esponendoli a ricorsi per il solo fatto di aver adempiuto ad un obbligo di legge e alle disposizioni degli Uffici del Ministero, soprattutto perché gli Ordini non sono finanziati con soldi pubblici, ma quello dei Professionisti sanitari iscritti.

Infatti, secondo alcune sentenze del Tar per i professionisti sanitari mai vaccinatisi che abbiano contratto l’infezione da SARS-CoV-2 deve applicarsi il termine di “6 mesi” di differimento della vaccinazione obbligatoria individuato nella circolare ministeriale n. 32884 del 21 luglio 2021 in luogo di quello trimestrale di cui alla circolare ministeriale n. 8284 del 3 marzo 2021.

Per altri Tar il termine di differimento della vaccinazione obbligatoria viene individuato nel termine di “dodici mesi” dichiarando inidonea perché non conforme alla legge, la lettera di chiarimenti inviata nel febbraio scorso dall’Ufficio giuridico del Ministero agli Ordini professionali, con la quale si disponeva il differimento della vaccinazione obbligatoria di 90 giorni per guariti dall’infezione da SARS-CoV-2.

Nel mese di giugno scorso tutte le Federazioni nazionali degli Ordini delle Professioni sanitarie hanno richiesto formalmente al Ministero di emanare una Circolare aggiornata che rispetti i requisiti di legge, purtroppo non ricevendo alcun riscontro.

Finalmente il nuovo Ministro ha iniziato a tracciare una linea chiara per far uscire gli Ordini e i sanitari dalla contraddizione in cui stanno vivendo.

viv@voce

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