Lizzano. Un clima di tensione aperto a diverse risposte
Incontro con Antonio Lecce, capogruppo del PD lizzanese e vittima di un vile attentato
E’ in una Via centralissima del paese che il Consigliere e capogruppo del PD, Antonio Lecce, ci dà appuntamento. Al numero civico indicato, subito si vedono dei fori dei colpi di fucile al portone di alluminio vernicato. Si presenta ai nostri occhi un ragazzo giovanissimo che la ha “fortuna” di essere già capogruppo di un partito così titolato. Ci accomodiamo nella sala d’ingresso al piano terra. Antonio Lecce è un fiume in piena. Disponibilissimo, dal primo momento, a dialogare con noi e a cercare di capire il perchè a tante cose. Tante e messe assieme ma, molto probabilmente, crearte anche ad arte dai criminali per confondere le acque e depistare gli obiettivi. “Era da diversi giorni che alcuni miei parenti stretti mi dicevano di fare attenzione in quanto il prossimo bersaglio potevo essere io e quindi non dormivo più a casa” così Lecce apre l’incontro di questo piacevolissimo pomeriggio che di positivo ha solo la conoscenza di questo ragazzo. Capelli eretti con gel ma sicurissimo di ciò che dice.
Lizzano in questi giorni ha subito 4 attentati, colpi di fucile sparati a diversi bersagli ma che tutti hanno un nesso con la politica locale. “In questi giorni mi trovavo solo in casa in quanto i miei genitori sono fuori e quindi il clima intimidatorio poteva facilmente portare a me”. Colpi di fucile sparati ai bersagli in modo strano: colpito il “soggetto” politico ma colpito anche il portone, a colpi di fucile, del vicino di casa. La domanda è da rituale: “Ma a cosa è dovuto questo clima intimidatorio, Consigliere comunale Antonio Lecce?” Scattante la risposta: “Non so a cosa sia dovuto questo clima di tensione che si respira e questo mi spaventa di più. Il fatto che non si sa da chi vengono e da dove vengono queste minacce mi preoccupa. E’ lo stesso messaggio che hanno voluto inviare al Valerio Morelli, il Consigliere comunale grillino, e infatti anche a lui, oltre a sparare le nostre porte, hanno sparato quelle dei nostri vicini. Tutti questi attentati sono stati fatti a esponenti politici di opposizione”. Quindi attentati che, almeno apparentemente, dovrebbero avere solo una chiave di lettura: quella politica. Non scordiamo che Lizzano ha appena finito, nella passata primavera, la sua tornata elettorale ed è governata da un’amministrazione di centro destra la quale vede alla sua guida il sindaco Macripò del Pdl.
Alla domande di quante sedute istituzionali sono state fatte fin’ora la risposta di Lecce è stata una sola. Proviamo un pò a vedere cosa è stato dibattuto in questa sede. “Al Consiglio comunale, oltre le formalità di rito, abbiamo discusso solo un tema in più : la tassa sui rifiuti. Abbiamo discusso su come doveva essere gestita, cosa farne, ecc … Abbiamo parlato anche dell’aumento di 30 cent di euro di questo tributo. Un argomento modesto in fin dei conti. In questa prima e unica seduta di Consiglio però io sono stato protagonista di un chiarimento, voluto da sindaco, per il fatto che proprio a Lizzano, questa terra così minacciata dal punto di vista ambientale, non c’era stata la nomina di un assessore all’ambiente e tale ambito era stato assegnato fuori giunta. In quella occasione, io ho presentato un documento in cui mi rifacevo alla Commissione di inchiesta parlamentare che ha parlato delle discariche della regione e della provincia di Taranto e c’è un fascicolo molto dettagliato sulla discarica della Marina di Lizzano. Si faceva presente che nonostante ci fossero state manifestazioni e proteste, anche in sede di rilascio autorizzazioni, nessuno aveva mai sporto denuncia, ne il sindaco delle varie zone e nessun’altro. Ed io in quell’occasione ho fatto un esposto alla Magistratura al fine di verificare la validità delle autorizzazioni. Il Presidente del Consiglio non ha voluto mettere come punto di discussione questo ma, mi rifranca , la solidarietà morale dei colleghi dell’opposizione”.
Non scordiamo che Lizzano è alla ribalta nazionale in virtù di tante cave dismesse che potenzialmente sono diventate delle vere e proprie discariche le quali non fanno dormire sonni tranquilli, in virtù della puzza, ai lizzanesi. Su questo dobbiamo registrare che i lizzanesi hanno dimostrato in tutte le sedi, comprese le vie del loro centro con corpose manifestazioni, la loro protesta coinvolgendo le autorità scolastiche e, caso strano, anche quelle religiose.
Prosegue Lecce: “Con Valerio Morelli abbiamo collaborato molto in questi mesi, ma non solo con lui, diciamo che c’è un’ottima intesa con tutta l’opposizione, ex sindaco Cavallo compreso. Perciò, noi tutti conosciamo gli atti che ognuno di noi ha presentato all’amministrazione. Tra tutte, quest’ultima di cui abbiamo parlato ha un’importanza significativa rispetto alle altre. Tale Esposto l’ho firmato solo io. Avevo chiesto di firmare il documento per mandarlo alla Procura ma purtroppo questo non è stato accettato”.
E se fosse questa una traccia che porta all’attentato? Il capogruppo del PD esclude questo. In tutta questa tristissima vicenda il massimo rapppresentante amministrativo, cioè il sindaco Macripò, che posizione ha tenuto? “Il Sindaco ha espresso la sua solidarietà ma alcune sue dichiarazioni a riguardo sono state infelici ed inappropriate. Ha dichiarato su vari giornali, anche sul Quotidiano di Puglia, che tali attentati non possono essere riconducibili alla politica del paese. Ha lasciato intendere come se queste fossero ritorsioni dovute ad azioni personali”. Superficiali queste affermazioni del primo cittadino lizzanese. “Io credo che ci sia bisogno di coesione tra maggioranza e opposizione. La legalità non è solo del Pd e tanto meno del Pdl, è qualcosa che colpisce tutti”. Ma oltre questo Lecce sottolinea la gravità dei colpi di fucile sparati seppur fortunatamente non hanno mietuto vittime ma “perché qui accanto, dove hanno sparato, dormiva una bambina che è stato sfiorata dai proiettili. E’ come se mi sentissi responsabile di questo clima con i miei vicini di casa”. Già i vicini di casa anche loro bersagliati dai colpi di fucile scomparsi dopo alcune ore in quanto è stata sostituita dall’infisso la parte soggetta alla crivellatura.
Quindi, ricapitolando, Lizzano è reduce da una campagna elettorale freschisisma. La domanda è questa: “Non è che nella passata tornata elettorale i toni sono stati accesi e minatori dal palco?” Prontissimo nel rispondere Lecce: “C’è stata una campagna elettorale dai toni molto accesi e quindi questo clima di tensione, prima o poi, si riversa sulla popolazione in qualche modo”. Ma dal palco sono state fatte promesse ai lizzanesi? Il capogruppo lizzanese del PD risponde così: “Certo. L’attuale sindaco, addirittura ha promesso che a Lizzano ci saranno 600 posti di lavoro”.
Già … anche questa diventa una delle tanti chiavi di lettura che a Lizzano, la quale sta vivendo amaramente questo clima di tensione in queste settimane, provano a dare gli inquirenti.
Giovanni Caforio