Intervento on. Michele Pelillo (PD) su messaggio arcivescovo di Taranto
L’on. Michele Pelillo (PD) risponde al messaggio di Mons. Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto: “Applicazione e controlli rigorosi per AIA e bonifiche, recuperiamo fiducia e speranza, uniamo gli sforzi nel segno della responsabilità comune”
“Aderisco convintamente al messaggio dell’arcivescovo di Taranto, Mons. Filippo Santoro, comunicato in occasione della ‘giornata per la salvaguardia del Creato’. Mi ritrovo nel metodo indicato dall’arcivescovo, ‘l’annuncio della speranza a partire dalla ricerca della verità’. E’ un principio evangelico che credo si adatti molto bene alla vicenda di Taranto, nel dibattito su salute e ambiente. In un anno così tribolato è stato raggiunto un primo risultato: Taranto è entrata nell’agenda di governo, lo Stato non è più latitante, è intervenuto sul piano legislativo ed operativo, commisariando l’Ilva e assumendo direttamente la responsabilità dell’azienda. Assistiamo compiaciuti, inoltre, ad un fatto nuovo: si va radicando anche a Roma la consapevolezza che Taranto è creditrice nei confronti dello Stato.
Raccolgo e rilancio il messaggio di speranza di Mons. Filippo Santoro. Dopo cinquant’anni nei quali nulla è stato fatto, il ‘tutto e subito’ appare irrealistico, ma la strada è tracciata e l’applicazione dell’AIA e l’inizio delle bonifiche sono improcrastinabili; tutto ciò necessita di un costante e rigoroso controllo, non solo da parte delle istituzioni ma anche da parte dell’intera collettività.
Un invito importante mi sembra quello alla ‘responsabilità comune’. Rispondo con una piena adesione, in linea con l’auspicio che ‘un altro mondo sia possibile’ anche a Taranto: un obiettivo che da sempre ha ispirato il mio impegno politico, specialmente negli ultimi tempi. Dobbiamo recuperare la speranza e la fiducia, isolare le cattive cassandre, allontanare gli sciacalli che utilizzano la dolorosa vicenda dei tarantini per fare propaganda o per meri interessi di parte. Uniamo gli sforzi, per provare a parlare una sola lingua ed essere più forti nell’interlocuzione con lo Stato. Proviamo tutti insieme, tenacemente, a realizzare il percorso indicato dal Parlamento. Non disponiamo della certezza di raggiungere l’agognato obiettivo, ma siamo certi che questa classe dirigente – che si è trovata a governare un’enorme criticità, le cui cause arrivano da lontano – ha il dovere di provare, fino in fondo, con tutti i mezzi possibili, a rendere finalmente compatibile il diritto al lavoro con il diritto alla salute”.