I SINDACI DI SAVA NEI PASSATI DECENNI. COSIMO MELE: SINDACO DEI SAVESI DAL 1974 AL 1976 / 1
Alla mia ultima domanda, rispose così: “Io vorrei che fossi ricordato come un buon professore e come un buon Sindaco”
Cosimo Mele, savese laureato in Scienze Economiche e Commerciali presso l’Università di Bari nel 1955, fin da giovanissimo si è dedicato alla politica, e per oltre un decennio, dal 1955 al 1965, ha militato con convinzione e credo politico al Partito Nazionale Monarchico di Sava, eletto molte volte nel Consiglio comunale del nostro paese, aderì alla Democrazia Cristiana dopo che il Partito Nazionale Monarchico esaurì la sua fase storica.
Una vita dedicata quasi soprattuto al mondo della scuola, ai suoi insegnamenti, come del resto Cosimo Mele pare abbia fatto quando è entrato in politica, sempre corretto e portato per convinzione a sposare le tesi della detsra nazionale, sociale e popolare.
Dopo l’esaurimento della fase storica del PNM confluì assieme a molti altri componenti e consiglieri comunali nella Democrazia Cristiana: divenne vice-sindaco , con Francesco De Amicis, primo cittadino, e Assessore ai Lavori Pubblici.
Dopo le irrevocabili dimissioni di Paolo Milizia nel 1974, Cosimo Mele venne eletto in Consiglio comunale Sindaco dei savesi, guidando una Amministrazione Comunale formata dalla D.C. (Salvatore Buccoliero) e dal P.S.I (Bruno D’oria), dove questo bicolore politico lascia spalle la vecchia giunta comunale che vedeva anche il P.R.I (Ninì De Cataldo) nella squadra governativa locale.
Finita la legislatura, dopo la successiva tornata elettorale, non fu rieletto sindaco: Salvatore Buccolierio, democristiano, prese il suo posto alla guida del paese. Questa decisione, presa dalla Democrazia Cristiana sulla non rielezione a Sindaco di Cosimo Mele portò a una frattura nello scudocrociato che si evidenziò anche nel Consiglio comunale.
Dopo questa ultima sua apparizione istituzionale si dedicò del tutto alla libera professione e alla scuola. Avevo spesso modo di incontrare il prof. Cosimo Mele, caratterizzato dal suo passo lungo e dal volto serio. E gli chiesi se poteva concedermi una intervista sul suo operato istituzionale e amministrativo svolto nel nostro paese; la sua risposta fu affermativa.
Mi convocò nel suo studio in un tardo pomeriggio dell’inverno del 1998 e iniziammo a discutere le fasi politiche, i personaggi politici, i partiti politici che avevano indirizzato la vita politica savese e le decisioni di quell’epoca storica che in un modo o nell’altro hanno segnato la vita e la storia stessa del nostro paese.
Un immenso tavolo in stile classico ci divideva, una imponente libreria alla sue spalle faceva da contorno a delle pareti tinteggiate di avorio che davano verso una finestra dove si poteva notare tutta la bellezza di un giardino florido e ben curato, nonostante il clima invernale; le domande che rivolgevo avevano pronte subito le risposte, date con voce flebile ma marcata e decisa senza esistazione alcuna.
Le sue risposte davano uno spaccato del suo operato amministrativo, mettendo in evidenza le difficoltà dell’epoca a operare con i pochi mezzi finanziari e di come i nuovi sindaci erano più “fortunati”, di lui, avendo dalla loro parte notevoli risorse economiche e grandi mezzi per realizzare le opere pubbliche.
Nell’incontro avuto mi mostrò lo scenario politico di quegli anni, l’importanza che avevano le sedi dei partiti politici, centri attivissimi di potere e di militanti, e rivolsi a lui alcune domande “pungenti”.
La prima fu: “Professore Cosimo Mele, chi ha autorizzato la costruzione del palazzo di sette piano in pieno centro storico?”
La risposta era pronta. “L’autorizzazione per quella costruzione fu data dalla commissione edilizia dell’epoca, la quale era formata soprattutto dai partiti politici che governavano il nostro paese”.
Spaziai su molti argomenti “storici”: la mancanza di circonvallazione, il traffico incredibile nel nostro paese, la mancata fogna nera.
Gli chiesi se tutto questo era dovuto all’incapacità politica; Cosimo Mele rispose: “L’inerzia politica rinveniva in somma misura dalla mancanza di mezzi finanziari”.
Sempre deciso nelle risposte senza nessuna esitazione temporanea e alla domanda: “Il Sindaco Cosimo Mele cosa ha avuto dalla politica?”
La sua risposta era pronta: “Non ho approfittato assolutamente della cariche che avevo per sistemare figli o parenti, tanto è vero che dei miei quattro figli, tre sono in attesa di occupazione ed uno ha una occupazione precaria. Ricordo molto bene che in una campagna elettorale, sia Olindo Camassa che Bruno D’Oria, parlando del Sindaco o del professore Cosimo Mele, non avevano nulla di dire contro di me. Puntualizzando la mia correttezza e la mia onestà. Di questo sono fiero”.
Si era fatto tardi quel pomeriggio invernale, fuori era buio ed era fredda la giornata, mi congedai da lui rivolgedo l’ultima domanda: “Se ad un savese venisse chiesto: chi era il Professore Cosimo Mele, Sindaco dei savesi dal 1974 al 1976 come vorrebbe che fosse la risposta?”
Con una voce meno flebile e più emotiva mi rispose: “Io vorrei che fossi ricordato come un buon professore e come un buon Sindaco: ho fatto tutto quello che era nelle mie possibilità, nei limiti dei pochi mezzi disponibili per migliorare la qualità della vita dei cittadini savesi”.
E’ morto, a 76 anni il 20 maggio del 2000.
Giovanni Caforio