Diritti Umani. La Germania permette l’opzione del ‘terzo sesso’ alla nascita

Diritti Umani. La Germania permette l’opzione del ‘terzo sesso’ alla nascita

Un passo avanti nel campo dei diritti umani e per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, anche un esempio di civiltà, viene dalla Germania che è diventato il primo paese europeo che consentirà ai bambini di essere registrati per sesso “indeterminato”

Da ieri 1 novembre, per i genitori tedeschi non sarà più necessario compilare il campo del “genere” sui certificati di nascita, essendo stata creata un’opzione apposita nel pubblico registro specie per tutti quei bambini i cui cromosomi sessuali, i genitali e/o i caratteri sessuali secondari non sono definibili come esclusivamente maschili o femminili. Il cambiamento in questione è destinato allo scopo di rimuovere la pressione sui genitori dei bambini che hanno caratteristiche di entrambi i sessi,  affinché evitino di decidere rapidamente sulla chirurgia in caso di sesso controverso.

La legge segue un rapporto 2012 del Consiglio di etica tedesco, che ha la funzione di esprimere pareri al governo e al Parlamento su questioni etiche complesse.

Molte persone che sono state sottoposte a un’operazione di ‘normalizzazione’ nella loro infanzia hanno poi sentito come questa sia stata una mutilazione che non avrebbero mai accettato da adulti.

Il rapporto ha descritto la necessità di essere stati iscritti nel registro delle nascite come “femmina” o “maschio”, come un’ingiustificata intrusione su diritti personali e il diritto alla parità di trattamento.

Tuttavia, un portavoce del Ministero dell’Interno tedesco ha sottolineato come la nuova legge non sia sufficiente a risolvere completamente i problemi complessi di persone intersessuate, anche perché molteplici sono state le perplessità di alcuni che hanno sostenuto che la nuova normativa potrebbe innescare un’ulteriore discriminazione di genere.

Gli esperti stimano che la popolazione di persone intersessuate corrisponda ad una ogni 1.500-2.000 nati. I sostenitori della legge dicono che il numero è molto grande, in parte a causa della difficoltà di definire l’intersessualità fisicamente o ormonalmente.

In Australia già all’inizio di quest’anno è stato consentito agli individui e non solo ai neonati di essere identificati come intersessuati sui documenti personali ed il governo in questione ha fatto sì che anche l’identità di genere divenga una categoria protetta sotto le leggi federali anti-discriminazione.

Lo “Sportello dei Diritti” chiede a gran voce che anche in Italia sia data comunque voce a tutti i cittadini intersessuati cui sino ad oggi nel Nostro Paese non è stato dato quasi diritto di “cittadinanza”, attraverso un’apposita legislazione sulla scia di quanto fatto in Germania ed in Australia.

 

 

viv@voce

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