TARANTO. Violata nuovamente la Convenzione di Aarhus e principio di precauzione
Il Comitato Cittadino impugna l’ultimo decreto salva Ilva
Un conflitto di attribuzione, è questo l’elemento di lotta del Comitato cittadino Taranto Futura, impegnato ancora una volta nella battaglia tesa alla chiusura dell’area a caldo.
Il 23 gennaio 2014 si terrà l’udienza al TAR del Lazio, per l’impugnazione con motivi aggiunti, dell’ultimo decreto salva Ilva, da parte del Comitato, già impegnato nel ricorso per quanto riguarda i precedenti decreti legge.
Il TAR Lazio ha emanato un’ordinanza con la quale accoglie il ricorso e pone alcuni quesiti al Ministero dell’Ambiente, circa il rispetto del principio di precauzione, i criteri di nomina del commissario straordinario Bondi, e il rispetto della Convenzione di Aarhus.
I motivi per il quale l’ultimo decreto legge è stato impugnato da Taranto Futura, nella persona dell’avvocato Nicola Russo, sono appunto questi: la violazione del principio di precauzione e della convenzione di Aarhus, la quale prevede, che prima dell’emanazione di una qualsiasi legge in materia ambientale, ne sia interessata e portata a conoscenza la cittadinanza, operazione pertanto, non avvenuta, e dunque, valido motivo di contestazione stando a quanto stabilito dalla Corte di Giustizia Europea ossia, disapplicare la legge nazionale in caso di sopraggiunta violazione della Convenzione di Aarhus.
Il principio di precauzione, prevede una rigorosa e valida valutazione scientifica, con analisi dei rischi ed esclusione degli stessi prima dell’emanazione di una legge in materia ambientale, per non influire in maniera negativa sull’ambiente e sulla salute dei cittadini. Il Comitato Taranto Futura, contesta anche questa ennesima violazione, poiché accertato il nesso causale tra l’inquinamento Ilva, le malattie e la contaminazione negli ambiti dell’attività produttiva.
“Abbiamo impugnato l’ultimo decreto legge Ilva per gli stessi motivi” dichiara l’avvocato Nicola Russo, coordinatore del comitato cittadino Taranto Futura, e prosegue “Lo abbiamo fatto anche alla luce dell’ultima sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato l’incostituzionalità del cosiddetto porcellum, cioè i criteri sui quali ci si è basati per l’elezione del Parlamento Italiano. Dunque, abbiamo impugnato quest’ultimo decreto, poiché approvato e firmato da organi incompetenti, proprio in violazione di questa legge elettorale, che ha determinato l’elezione illegittima del Presidente della Repubblica e del Consiglio dei Ministri, firmatari del decreto”.
Questo, un altro dei motivi aggiunti, presentati nel ricorso al TAR Lazio, revocare un decreto legge, poiché l’elezione dei suoi firmatari è stata determinata da una legge incostituzionale, a cui segue un sopravvenuto difetto di competenza.
L’udienza prevista per il prossimo 23 gennaio, vedrà il Comitato cittadino Taranto Futura impegnato nella richiesta di sospensione della nomina Bondi e nella richiesta di sospensione dell’A.I.A. “Il nostro obiettivo resta la chiusura dell’area a caldo in quanto noi non crediamo nell’eco-compatibilità” dichiara l’avvocato Nicola Russo.
L’obiettivo è chiaro, la chiusura dell’area a caldo, vera fonte di inquinamento e contaminazione
Elena Ricci