A TARANTO SOLO GLI STUDENTI PAGANO IL BIGLIETTO DEL BUS
A Taranto, gli studenti, sono gli unici a pagare l’utilizzo dei bus dell’AMAT con i loro abbonamenti da 20 euro al mese
E’ una provocazione, perché non si escludono neanche i pensionati, considerando il loro diritto a riduzioni economiche, con cui ottengono un abbonamento mensile da 15 euro. Per tutti gli utenti esiste la possibilità di tesserarsi o di scegliere il pagamento del biglietto di volta in volta. Ma quest’ultima opportunità, evidentemente, viene percepita dai tarantini come facoltativa. “Per la salita in vettura bisogna premunirsi di biglietto o abbonamento e al momento della salita il cliente deve procedere all’annullo del biglietto tramite l’apposita macchinetta”: così recita un regolamento dell’AMAT S.P.A , l’azienda che gestisce il trasporto pubblico di Taranto.
Ma basta percorrere, per alcuni giorni, le strade della città in bus, per scoprire che ben poche persone, salendo, timbrano il biglietto all’apposita macchinetta. Dovremmo pensare che siano tutti tesserati? Certo che no; tutto il personale dell’AMAT è al corrente di questo atteggiamento e di questa infrazione.
Lo sanno i conducenti e lo sanno anche i controllori che, salendo d’improvviso per le ispezioni, scoprono sistematicamente numerose persone senza biglietto e che ricorrono a fantasiose giustificazioni. L’azienda ha lamentato questo problema in diverse occasioni. I cittadini che regolarmente contribuiscono al pagamento della corsa in bus sono, senza dubbio, disturbati dall’indifferenza con cui, decine di persone, passano davanti alla macchinetta, senza porsi minimamente il problema del pagamento e neanche quello di una dignità personale alquanto offuscata.
Mesi fa, il nostro giornale, aveva evidenziato anche i disservizi del trasporto pubblico in città e le lunghe attese degli utenti, spesso anche vane, alle varie fermate dell’autobus. Avevamo parlato di corse saltate o di bus che giungevano con ritardi spaventosi per il raggiungimento di zone notevolmente distanti dal centro.
Le lunghe attese sono ancora confermate e riguardano, maggiormente, proprio la fascia oraria degli studenti che sono costretti ad essere fuori di casa sin dalle 7 del mattino, proprio perché gli autobus possono arrivare troppo affollati e dunque non fermarsi o addirittura non passare affatto. Gli stessi ragazzi, anche all’uscita da scuola, intorno alle 13 e 30 o alle 14, sono costretti ad attendere 40 minuti e più, per bus che, prima o poi, li condurranno a casa . Ora ci chiediamo, perché mai gli studenti debbano scontare un disservizio così grave e sistematico, dal momento che sono gli unici a pagare il biglietto dell’autobus?
MARIA LASAPONARA