BASTA CEMENTO! NO A NUOVE CASE A CIMINO!
Legambiente ribadisce la sua netta opposizione a nuove rovinose cementificazioni e chiede al Consiglio Comunale di bocciare il Piano Cimino
Circa 10 anni dopo la bocciatura del progetto SIRCOM da parte del Consiglio Comunale ci riprovano: l’area di Cimino è nuovamente sotto tiro. Come 10 anni fa.
Come allora, Legambiente ribadisce il suo fermo NO a una nuova rovinosa colata di cemento.
Il progetto costituirebbe un’espansione urbanistica della città del tutto deleteria sotto l’aspetto sociale ed urbanistico.
Comporterebbe un ulteriore consumo di suolo in una cintura urbana sin troppo dilatata, ormai difficilmente governabile sul piano sociale e dei servizi e che ha già subito la maxivariante Salinella, che comporta un possibile ingente intervento edilizio.
La realizzazione del progetto accentuerebbe i processi di spopolamento dei quartieri storici della città e la sofferenza della piccola distribuzione.
Quel che lascia increduli è che si dia spazio alla cementificazione di nuove aree a fronte della più volte dichiarata tendenza a voler porre un freno all’espansione urbanistica di Taranto.
Eppure, finalmente, era stata affidata dall’Amministrazione l’elaborazione del Documento Programmatico Preliminare per il nuovo Piano Regolatore, proprio per sostituire quello attualmente in vigore che risulta chiaramente distorto nelle sue previsioni di espansione urbanistica e di incremento della popolazione e che ha comportato che si continuasse a costruire a dismisura in periferia ed a stravolgere sempre più l’assetto edilizio originario del centro cittadino.
Legambiente ribadisce la necessità di uno stop senza deroghe all’espansione urbanistica della città e l’urgenza di una politica basata sul recupero urbanistico ed edilizio, a partire dal Borgo e dalla Città Vecchia, e chiede al Consiglio Comunale di Taranto di bocciare senza appello il Piano Cimino.
Il patrimonio ecologico e paesaggistico di Taranto va tutelato e valorizzato, non cementificato. Invece che autorizzare una nuova colata di cemento, andrebbe allargata la riserva regionale della palude La Vela sino a comprendere la Salina Grande, Cimino e l’area intorno alla Palude Erbara.
Il comprensorio palude Erbara – Salina Grande, interna al bacino idrografico del Mar Piccolo e per questo dai fragili equilibri idrogeologici ed ambientali è infatti un’area caratterizzata da un complesso ecosistema ambientale e paesaggistico, importante anche sotto l’aspetto faunistico per il passaggio e la sosta di diverse specie protette di uccelli migratori e stanziali. Un’area che va salvaguardata. Non a caso Salina Grande e secondo seno del Mar Piccolo sono stati riconosciuti siti di interesse comunitario (s.i.c.).