LE MERAVIGLIOSE TERRE DEL SALENTO: AL VIA LE RUSPE TRA LE DISCARICHE ABUSIVE

LE MERAVIGLIOSE TERRE DEL SALENTO:  AL VIA LE RUSPE TRA LE DISCARICHE ABUSIVE

Scarti industriali risalenti agli anni 80 e 90, rifiuti ospedalieri tra pellame delle concerie e dei calzaturifici: questo è ciò che tra le ruspe è emerso dalle terre del Basso Salento

Mentre la Puglia ed il Salento sono sempre ai primissimi posti nel settore turistico e mostrano un dinamismo altamente competitivo, tanti comuni ed ora anche Tricase e Patù, diventano località d’indagine su rifiuti tossici, sepolti 20 anni fa.

La Procura di Lecce ipotizza l’accusa di attività di raccolta, trasporto, recupero, smaltimento, commercio ed intermediazione di rifiuti non autorizzata e mancata bonifica; sono le ipotesi di reato delle due inchieste parallele nei due comuni.  Sarà anche necessario appurare se le amministrazioni comunali abbiano effettuato le bonifiche  d’obbligo con i finanziamenti regionali.

Le discariche di Patù e Tricase si portano dietro il sospetto, ora sempre più verità, dei resti della lavorazione del pellame, derivante dalle concerie e dai calzaturifici, fiore all’occhiello di una brillante economia locale.  Già mesi fa Carmine Schiavone,  pentito della camorra, aveva dichiarato qualcosa di ciò che accade.

A Tricase  sono state portate alla luce, dalla guardia di finanza di Maglie,  tonnellate di rifiuti, non solo di natura urbana come sarebbe dovuto essere dal momento che si trattava, sino al 95, di un ex discarica comunale per il conferimento di rifiuti solidi urbani. Dalle ruspe sono emerse, invece, tracce di rifiuti ospedalieri tant’è che è stata bloccata la verifica per poter tutelare la salute degli operatori. L’indagine,  effettuata su un’area di 15.000 metri quadri, ha portato alla luce scarti di pellame, residui industriali di calzaturifici che risultavano sepolti, a circa un metro e mezzo dalla superficie e fino ad una profondità di 5 o 6 metri.

A Patù,  sono stati i carabinieri del Noe di Lecce a scoprire sacchi, contenenti materiale plastico, pellame, colle ed altri materiali derivanti da attività produttive legate alle calzature ed alla pelletteria. I sacchi che si sono aperti durante l’estrazione, erano nascosti a tre metri di profondità. La zona, in contrada Pozzo Volito,  estesa intorno ai 2.500 metri quadri che saranno sequestrati, risulta in parte ricadere in un giardino  privato, i cui proprietari erano all’oscuro dei fatti.

Nei mesi scorsi, indicazioni e diverse  testimonianze, avevano portato alla scoperta, nei primi giorni di aprile, di una discarica ad Alessano, su un area di 6400 mq; fu scoperto un vecchio deposito di rifiuti con scarti di pellame e di lavorazione industriale di un calzaturificio. Un ex operaio aveva affermato che lì erano stati seppelliti rifiuti pericolosi per tonnellate. Ora si sta procedendo ad analisi e rilievi sugli inquinanti.

 I rifiuti  pericolosi, trattati con sostanze chimiche, sarebbero dovuti essere smaltiti in  discariche speciali che però sono maggiormente costose; dunque alcuni imprenditori hanno preferito scaricare di notte nella campagne, tra gli ulivi e le altre coltivazioni, inquinando il terreno.  Le infiltrazioni tossiche, derivanti da discariche non adeguate, allora arrivano nelle falde acquifere. Il resto è deducibile dagli strani ed imprevedibili bollettini medici. In molte altre zone, nei comuni del Salento, si stanno programmando altre indagini.

Le discariche appena scoperte stavano per essere sepolte dai lavori della nuova statale 275,  voluta da Anas e oggetto di aspre polemiche. La Tav del Salento dovrà congiungere Maglie a Leuca con le sue quattro corsie, ma per ora sarà necessario riprogrammarne il tracciato o effettuare la bonifica dei siti inquinati.

A livello istituzionale è giusto ricordare però che il 9 aprile 2014 è stata firmata a Bari la proroga della Convenzione tra Regione Puglia e le Forze dell’Ordine che da sette anni pone una direttiva per il monitoraggio delle discariche abusive e dei siti illegali per il conferimento dei rifiuti speciali. Dal 2007 al 2014 i siti sequestrati nel Salento sono stati 650. Il triste primato è raggiunto solo da Taranto con 706 siti.

Alcuni giorni prima della firma della convenzione con la Regione Puglia, la guardia di finanza di Gallipoli aveva scoperto 5 discariche abusive ad Alezio, Parabita e Seclì , in terreni agricoli, completamente recintati coltivabili e con uliveti, appartenenti a privati,  di  circa 19.467 mq.  Eternit, asfalto derivante dal manto stradale, residui di costruzioni, vari tipi di plastica, materiali industriali,  venivano stoccati e miscelati tra loro, avvelenando senza riguardo una terra che non è solo marketing turistico, ma la vita stessa di ogni persona.

MARIA LASAPONARA

viv@voce

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