TARANTO. Il Comitato cittadino Taranto Futura chiede al Sindaco Stefàno un’ordinanza per la chiusura dell’area a caldo
Dal Fondo anti diossina emergono dati preoccupanti
L’Ilva continua con le sue emissioni inquinanti, e il sindaco di Taranto Ezio Stefàno, proprio ieri a tal proposito, rispondeva che il comune non ha un controllo diretto sull’ambiente poiché agisce attraverso i dati ufficiali dell’Arpa, in quanto ente preposto. Nel frattempo a Taranto l’emergenza ambientale acquisisce sempre maggiore rilevanza, e forse si è sottovalutata l’autorità che il Sindaco in ambito sanitario, riveste in virtù della propria carica, avvalendosi dello strumento delle ordinanze.
A volerlo ricordare, è l’avvocato Nicola Russo in rappresentanza del comitato cittadino Taranto Futura, in una conferenza stampa congiunta con Fabio Matacchiera del Fondo Anti-diossina. Nicola Russo chiede al sindaco un’ordinanza di chiusura dell’area a caldo, in quanto accertato il nesso causale tra inquinamento e malattie. Una cosa detta e ridetta, e stavolta rafforzata dalla testimonianza di Fabio Matacchiera, il quale ha anticipato alcuni degli esiti degli ultimi rilievi, che saranno resi noti al pubblico, probabilmente la prossima settimana nel corso di una conferenza stampa. Matacchiera spiega che gli ultimi riscontri analitici, provenienti da centri accreditati, riguardano lo studio di campioni di latte materno e polvere di deposizione (il sedimento rosso che ahinoi, molto facilmente si trova sugli stabili).
Bene, anzi male, da questi ultimi riscontri emergono valori di azione e tenori massimi superati per oltre il 2000%, da quanto previsto dalle normative vigenti. Dunque cosa fare a questo punto? Fabio Matacchiera precisa che quelli in loro dotazione non sono atti ufficiali poiché il fondo anti –diossina non è un organo deputato al controllo, ma sicuramente hanno una certa importanza, e vogliono fungere quale invito nella prossima conferenza stampa, per i medici pediatri a riflettere e cercare di trovare una soluzione.
“Non sto dicendo e non posso dire alle mamme di non allattare i propri figli. Non sono un medico. Ci limiteremo a mettere a conoscenza i pediatri ed invitare loro a riflettere” spiega Matacchiera. In effetti, il latte per un bambino in tenerissima età, costituisce la fonte di cibo principale. Tra i parametri emersi, spiccano anche i 4 idrocarburi policiclici aromatici (IPA): benzopirene, benzoanthracene, benzofluoranthene, benzonaphtalene.
Quanto spiegato dal Matacchiera, è a dire di Nicola Russo, utile ai fini della prevenzione, così come previsto dal principio di precauzione che prevede di adottare provvedimenti appropriati per prevenire rischi ponendo una sorta di tutela ancipata, rifacendosi poi in virtù di questo alla Direttiva dell’Unione Europea 75/2010 richiamata dalla sentenza costituzionale n° 85 entrata in vigore il 15 gennaio 2014, al cui articolo 8 stabilisce che se vi è un pericolo per la salute dei cittadini, bisogna disporre la chiusura dell’attività di combustione. Con queste denunce, e i dati emersi dal fondo anti diossina, l’Avvocato Russo invita il sindaco Stefàno ad emettere un’ordinanza di chiusura dell’area a caldo, affermando altresì che tutte e cinque le decretazioni d’urgenza per quanto riguarda la questione Ilva, contrastano con le vigenti direttive europee.
Il comitato cittadino Taranto Futura intraprenderà un’azione popolare, sostituendosi al sindaco così come prevede la legge, costituendosi parte civile nel processo “Ambiente svenduto” la cui udienza preliminare è fissata al 19 giugno. La costituzione di parte civile sarà nei confronti dell’Ilva e nei confronti del Sindaco, che seppur nelle limitazioni di cui parla, a dire di Russo, avrebbe potuto per dovere politico, sollecitare gli enti preposti al controllo e chiedere maggiori chiarimenti. Nicola Russo per quanto riguarda l’azione popolare, annuncia la disponibilità di un gruppo di legali preposti ad assistere gratuitamente i cittadini. Ma i problemi non finiscono qui, e le lotte del comitato continuano. Nicola Russo annuncia nel corso della conferenza stampa, che metterà in mora il Sindaco Stefàno e l’ASL di Taranto, per quanto riguarda la mancata attuazione del piano individuale per i malati oncologici, per cui la Regione Puglia ha stanziato 10 milioni di euro per il periodo 2013-15. L’azione del comitato cittadino mira a portare in evidenza questa situazione, da molto oramai a scapito dei malati e delle loro famiglie. “E’ un diritto dei malati”.
Infine, e non di minore importanza la questione delle servitù militari. L’avvocato Russo spiega che la legge prevede un indennizzo annuale per le città che subiscono limitazioni a causa delle servitù militari, come la città di Taranto (se consideriamo i muraglioni, le isole ecc). Il comitato cittadino Taranto Futura aveva già diffidato il Ministero della Difesa per questo indennizzo che non è soggetto a prescrizione. Anche in questo caso è prevista un’azione popolare, poiché il comune non ha mai fatto richiesta di questi soldi dovuti, che stando a quanto quantificato dalla Corte di Giustizia Europea, ammonterebbero a 4 miliardi di euro per 24 anni. Nel caso in cui il comune deciderà di subentrare, terminerà l’azione popolare.
I problemi come sempre sono tanti, e troppi i veleni da combattere.
Elena Ricci