I rifugiati politici raccontano la loro integrazione con #IOMINTEGRO
Presentata ieri mattina, in occasione della XIV Giornata Mondiale del Rifugiato
È stata presentata questa mattina in conferenza stampa l’iniziativa #IOMINTEGRO, promossa negli ambiti del progetto “Motus Animi”, in occasione della XIV Giornata Mondiale del Rifugiato. Una iniziativa fortemente sostenuta dalla Caritas Diocesana di Taranto, dall’Amministrazione Comunale e da Confcommercio Taranto.
I veri protagonisti saranno i rifugiati politici ospitati presso il convento di Sant’Agostino di Massafra, che attraverso il “Motus Animi”, finanziato dal Ministero dell’Interno, e sostenuto dall’amministrazione comunale di Massafra e dall’associazione di promozione sociale “Rinnovamento & Partecipazione”, svolgono un duro lavoro per la loro l’integrazione e la buona permanenza sul territorio. I richiedenti asilo sono stati dotati di macchine fotografiche, ed assistiti dal giornalista Marco Amatimaggio, nonché esperto fotografo, hanno realizzato degli scatti per raccontare la loro quotidianità all’interno del centro di accoglienza, e il loro processo di integrazione.
Queste foto, grazie alla partnership di Confcommercio Taranto e della delegazione Borgo Umbertino, saranno esposte nelle vetrine di alcune attività commerciali di via D’Aquino, a partire dal 24 giugno. La scelta nasce dall’esigenza di rendere queste persone non solo destinatarie di un’azione, ma veri e propri protagonisti. Il tutto, come spiega Leonardo Giangrande, presidente di Confcommercio, per portare al centro di tutto, l’uomo, i suoi valori e la sua storia. L’importanza non è solo la questione dell’accoglienza, ma l’affermazione della dignità di queste persone, che alle loro spalle hanno drammi e sofferenze.
A tal proposito, sia Giangrande che Don Nino Borsci, direttore della Caritas Diocesana di Taranto, hanno espresso grande ammirazione per il lavoro svolto dai volontari in occasione degli sbarchi delle ultime settimane. La città dunque, dal 24 giugno, vivrà un’ulteriore momento di condivisione, attraverso la forma comunicativa delle immagini, una sorta di linguaggio universale per permettere ai rifugiati di raccontare il loro vissuto e la loro integrazione. Un ennesimo gesto solidale da parte di una città che soffre, e forse proprio per questo, come spiega Giangrande, si è capaci di comprendere la sofferenza altrui.
Elena Ricci