L’ESPERIENZA DELLA VINICOLA SAVESE A CONOSCENZA DEI NOSTRI LETTORI
INCONTRO CON VITTORIO PICHIERRI, AMMINISTRATORE
Oltre 60 anni di esperienza, continua il lavoro di artigiani del vino …
Naturalmente, arrivare a quest’età è logico che il lavoro di artigiani del vino deve continuare altrimenti io me ne vado in pensione. Sono nato in uno stabilimento vinicolo nel quale si produceva la qualità, c’era la lavorazione, la richiesta del vino e io vado avanti con quell’esempio di qualità. Sebbene, purtroppo, oggi come oggi le qualità rimangono un pò da parte e vengono apprezzati di più i vini di pronta bevibilità, più industriali.
Un settore delicato della nostra economia è quello vinicolo, lei in questi sessant’anni di esperienza ha assistito a diverse trasformazioni di questo settore. Oggi come stiamo?
Oggi, data l’evoluzione del vino, sono aumentati i vinificatori e i vinicoli però d’altra parte c’è molta concorrenza e meno qualità. Io che sono dedito al sistema tradizionale preferisco la qualità ma oggi, data la crisi, quello che attira di più è il vino a basso costo. La qualità, purtroppo, non è apprezzata da tutti però si spera che col tempo ci siano i consumatori giusti che apprezzino il vino di qualità e ci permettano di andare avanti ed evolvere.
Cantine sociali, una dietro l’altra, stanno cadendo come birilli, anche il nostro paese sta assistendo a questo scenario. Regge ancora l’iniziativa privata, ad esempio la sua, ma a che prezzo?
L’iniziativa privata è sottoposta ad un prezzo altissimo però essendo la nostra una cantina a conduzione familiare riusciamo ancora a sostenerlo. Io ricordo, data la mia età, che quando ero piccolo non esistevano le cantine sociali, esistevano però i famosi palmenti che producevano un prodotto di altissima qualità. Le cantine sociale sono state sicuramente un ottima idea dato che il contadino era stanco e necessitava di un economia maggiore, più sostenibile. A mio parere c’è da dire che queste cantine sociali non si sono sviluppate a pieno e continuano ad indietreggiare, svendendo anche il prodotto. Lo svendere il prodotto danneggia anche noi, le cantine sociali sono avvantaggiate dal fatto che i contadini portano l’uva senza richiedere moneta mentre noi che l’uva la paghiamo subito siamo costretti a svendere ugualmente il prodotto per reggere al ritmo del mercato.
Oggi assistiamo ad una forma di mercato in cui la produzione vitivinicola è più richiesta per la qualità che per la quantità, sta cambiando anche il gusto del consumatore?
Si è vero che è più richiesta la qualità, è un peccato però che non ci troviamo in una zona dove abbiamo l’oro della terra, cioè la qualità. Resta di fatto che si consuma poco vino e di bassa qualità, magari nel nord Italia c’è una cultura maggiore per il vino. Anche i giovani, infatti, andando al ristorante consumano vino mentre qui è un peccato che i giovani consumino più birra, coca cola o aranciata non aiutando la nostra economia. C’è di fatto che un bicchiere di vino fa anche bene ed è ovvio che la qualità venga messa da parte, consumando meno vino. Bisogna capire che il vino fa parte della tavola, fa parte dell’alimentazione ed io personalmente cercherò con la nuova cantina, a nostre spese dato che tutti gli enti pubblici girano le spalle, di fare dei corsi di vino per abituare i giovani ad apprezzare i prodotti della nostra terra e ad insegnarli che un bicchiere di vino naturale fa bene alla salute.
Da qualche giorno è stata inaugurata la nuova sede, il nuovo stabilimento, la nuova cantina dei fratelli Pierre. Un nuovo stabilimento viti-vinicolo porta con se grandi speranze la sua, onestamente, qual è ?
Io fino a qualche giorno fa non avevo grandi speranze però l’inaugurazione della nuova cantina mi ha sollevato, tanta gente è venuta a trovarmi e a farmi i complimenti. E’ nata la speranza perché ho visto che c’è gente che mi sosterrà. Il sindaco, un ragazzo intelligente, giovane, con buone speranze sulle quali io faccio fede, sicuramente ci darà una mano. A causa della crisi, delle cantine che chiudono e i privati che a stento riescono ad andare avanti abbiamo veramente bisogno di aiuto. Con la nuova cantina non ho grandi speranze per quanto riguarda la vendita all’ingrosso ma ho buone speranze per quanto riguarda la vendita diretta al consumatore. Noi continueremo a fare prodotti di qualità e oltre a l’uva prodotta dai nostri terreni acquisteremo anche l’uva del feudo di Sava perché siamo molto legati al nostro paese, al nostro territorio e alla nostra tradizione. C’è la speranza che questo prodotto, sicuramente di nicchia, sarà ben accetto da persone di nicchia che verranno a consumarlo. In tanti anni di esercizio nella Cantina vinicola savese che non è soltanto nostra ma anche dei savesi, noi abbiamo dato dimostrazione di serietà e abbiamo dimostrato anche che a Sava esiste ancora il vino tradizionale, il vino di un tempo. Sono tanti anni che la piccola cantina vinicola savese cerca di avere aiuti dal mondo politico, ma essendo il nostro un paese piccolo i politici non ci hanno pensato, ci hanno trascurato. Solo ora sto vedendo un certo risveglio da parte della politica, la nostra è una cantina piccola ma bella, in un punto strategico e dato che loro si affiancano a noi io cercherò con grande piacere di affiancarmi a loro sia per l’economia della famiglia Picchieri sia per Sava, perché Sava è il centro del Primitivo e io spero di farlo conoscere sempre più ai consumatori. In questo momento voglio ringraziare tutti coloro che hanno contributo alla nascita di questa cantina, anche le banche. All’inizio del progetto si sperava in un contributo da parte dello Stato, della Comunità europea che ci era stato promesso poi, però, ci hanno messo da parte. Noi ci siamo sentiti feriti e abbiamo chiesto aiuto al Banco di Napoli che si è predisposto in tutti i sensi, molte volte si parla male delle banche mentre noi dobbiamo soltanto ringraziare perché ci stanno aiutando e consigliando. Oltre il Banco di Napoli, a cui faccio pubblicità, anche la BCC di San Marzano di Franco Cavallo è disponibilissima per tutti gli aiuti. Questo mi conforta a promuovere e continuare l’iniziativa della famiglia Pichierri per produrre un vino di qualità, fatto con serietà che sia in grado di promuovere anche il nostro territorio, che ne ha tanto bisogno. Ritorno alla sera dell’inaugurazione e ringrazio tutti coloro che sono venuti, hanno battuto le mani incoraggiandomi a promuovere il progetto della nuova cantina per andare avanti e produrre qualcosa di migliore.
Anna Impedovo