ANM. “Una provocazione il taglio delle ferie, debole una riforma tutta slogan e slide”
Repubblica intervista il presidente dell’ANM Rodolfo M. Sabelli
ROMA. Renzi contro i giudici? «Non giudico la persona, ma le scelte sono sbagliate». Slogan anti-toghe? «Più fatti e meno slogan». Così, con amarezza, risponde il presidente dell’Anm Rodolfo Maria Sabelli.
Renzi scioglie il Pd dal legame coi magistrati. Che impressione le fa??
«Non è questo il punto. Non c’è mai stato, né potrebbe esserci un rapporto preferenziale tra i giudici e un partito politico».
Scusi Sabelli, ma lei fino a oggi dov’è stato? Ha dimenticato i suoi colleghi candidati nel Pd per Camera e Senato?
«I giudici non sono stati messi in lista solo dal Pd, ma anche da altri partiti di diversa ispirazione, il che conferma l’assenza di un rapporto preferenziale. Comunque il tema dei magistrati in politica lo abbiamo più volte affrontato».
Non ci giriamo intorno. Renzi ha detto che è lui, e non altri, a decidere i candidati del Pd. Un riferimento chiarissimo all’inchiesta di Bologna. Non è un segnale ostile?
«In sé può essere un’affermazione di autonomia. Va però respinta l’idea, che qualcuno ha evocato, di una giustizia ad orologeria».
Non ha l’impressione che il Pd renziano sia contro di voi?
«Non si può ridurre la questione all’idea di un partito pro o contro la magistratura. Io devo valutare in concreto le scelte e le iniziative che vengono prese e queste non le condividiamo affatto».
Bene, parliamo di questo allora. Napolitano firma il decreto sui civile e sul sito di palazzo Chigi ecco la scritta propagandistica: «Meno ferie ai magistrati: giustizia più veloce». Bella botta eh?
«Ho trovato quella scritta una provocazione gratuita, uno slogan che esplicita l’offesa che l’Anm aveva già denunciato con il documento del 9 settembre. Francamente mi delude una riforma della giustizia fatta a colpi di sfide, slogan e battute a effetto. Gli slogan non mi piacciono, ma se proprio devo lanciarne uno allora dico “più fatti e meno slogan”».
Cosa la irrita dell’ultimo slogan, che vi faccia passare per gli unici colpevoli della giustizia lenta?
«Mi irrita l’idea falsa, per cui la giustizia sia lenta perché i magistrati sono dei fannulloni e lavorano poco. Che è, insieme, un insulto e una falsità».
Non ci racconterà che tutti i suoi colleghi sono degli sgobboni spero…
«Io non racconto nulla, vi prego solo di andare a leggere le statistiche indipendenti…».
Quelle ve le siete scritte da soli?
«No, le ha scritte il Consiglio d’Europa. Quest’estate, ad esempio, quando secondo la vulgata del governo i palazzi di giustizia erano chiusi, la sola Cassazione ha pubblicato circa 7mila sentenze».
Dopo la politica anti-toghe di Berlusconi si aspettava questo dal Pd??
«Mi aspettavo riforme serie ed efficaci e il recupero di un approccio sereno, e non provocazioni».
Come si spiega questo comportamento? Renzì dice, diretto a voi, «chi sbaglia paga», con l’idea che voi non lo fate mai.
«E’ una battuta che guarda a luoghi comuni, i quali producono un brodo che confonde le responsabilità reali. Certo “chi sbaglia paga”, già adesso è così, ma bisogna uscire anche qui da simili slogan e chiedersi quando veramente si sbaglia e come e chi deve pagare».
Renzi è come Orlando? Tutti e due contro le toghe??
«Non entro proprio in queste prospettive. La valutazione da parte mia è oggettiva nei confronti delle proposte avanzate dal governo. Che, per quanto ho visto, non colgono la vera scala delle priorità e in larga parte si annunciano deboli e sbagliate».
Fa il diplomatico. E’ vero o no che Orlando ha frenato Renzi sulle ferie per parlarne prima con voi, e poi dopo il vostro documento vi ha incontrato annunciando un’apertura?
«Sto ai fatti. Orlando ci ha detto che non ci sarebbe stata una marcia indietro sulle ferie, ma che avrebbe riconosciuto la specificità della nostra funzione».
Ha vinto Renzi. Passa il messaggio che la giustizia è lenta per colpa vostra. Come vi difenderete?
«Andremo coi fatti alla mano e insisteremo con forza per delle riforme vere e non di facciata. Si possono anche tagliare le ferie al pilota. Ma se poi si pretende di fargli correre la Formula Uno con una carrozza a cavalli, sempre ultimo arriverà».
Un uomo del governo come vice presidente del Csm. Legnini, il diretto interessato nega. Non è un altro segnale di ostilità?
«Il vice presidente viene eletto dal Csm. Per il resto non entro nelle scelte fatte dal Parlamento. Al momento l’anomalia può essere piuttosto il ritardo nella nomina dei membri laici, tanto più dopo l’invito del capo dello Stato».
LIANA MILELLA
FONTE
associazionemagistrati.it