RAI. “Uno mattina” a SAVA, “Linea verde” a MANDURIA

RAI. “Uno mattina” a SAVA, “Linea verde” a MANDURIA

Due sostanziali differenze, dettate da diversi motivi

E’ stato un caso, singolarissimo tra l’altro, che i due comuni del versante orientale della nostra provincia in poco meno di 24 ore di distanza hanno ricevuto le blasonate telecamere della rete nazionale. Due Comuni, due aspetti diversi. Due ragioni televisive differenti.

Andiamo a Sava, per prima cosa: “Uno mattina” non è stata chiamata da Carrieri e tanto meno da chi scrive. E’ stata la RAI a mettersi in contatto con noi chiedendoci lumi sulla realtà delle nostre campagne e di seguito chiederci la disponibilità all’oggetto della loro venuta. Nessun  problema da parte nostra nel dare la disponibilità. E ci mancherebbe. Siamo fortemente convinti che qualunque cosa può servire al miglioramento della nostra comunità, compreso le sue campagne.

Se ci sono delle “smagliature” di certo non le abbiamo create noi. Anzi, è quasi una battaglia quotidiana sul degrado ambientale. E su questo non diamo solo la colpa a chi amministra (per il mancato controllo) ma la diamo anche a chi si rende attore, sinistro, di questo scempio verso la natura. Quindi, alla RAI interessava solo questo su Sava e non altro. Accantonato Sava, andiamo alla vicina Manduria: a molti lettori è sfuggito un particolare, importantissimo. Sono stati spesi 45 mila euro, dal Consorzio di tutela del primitivo di Manduria Doc, per organizzare e rendere presentabilissimi agli occhi della Nazione gli stabilimenti vitivinicoli messapici.

Quindi, a monte c’è un Consorzio che lavora in sinergia con chi vinifica. E un Consorzio, in genere, ha tutto il diritto di promuovere il suo territorio. E ci mancherebbe! E a Sava, che abbiamo? Quasi nulla, dicasi niente! Non c’è una Pro loco che si attiva, come quelle dei Comuni limitrofi, per pubblicizzare le bellezze del paese. E se lo fa, è in tono minore. Poi, tra l’altro non c’è nessun Consorzio vitivinicolo. E cosa dobbiamo pubblicizzare?

Le Cantine sociali ridotte al lastrico da gestioni allegrissime? Gestioni queste che hanno sperperato i soldi (dei soci portatori dei libretti al risparmio) come se fosse il loro salvadanaio personale, per non parlare poi della “sparizione” del prodotto fatto negli ultimi tre anni prima del fallimento. E tutti zitti. Tutti. Politica savese muta. Al completo. Consorzio? E che è a Sava? Oggi assistiamo a campagne abbandonatissime. Con ancora sui ceppi grappoli di vite, ormai secchi, che i contadini non hanno manco potuto vendemmiare. Sapete il perché?

Oltre alla peronospora, il costo della manodopera. Inversamente proporzionale al prodotto da raccogliere. E nessuno, dico nessuno, ha detto o fatto qualcosa. Politica locale compresa. E allora diamo a Manduria ciò che ha seminato e, giustamente, sta raccogliendo. A Sava, maledizione, resta solo un pugno di mosche in mano. E oggi Sava è un paese in ginocchio, con una economia agricola demolita.

E se questo è il segnale, il futuro prossimo è da paura!

Giovanni Caforio

viv@voce

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