Decaro sulle nozze gay: “A Bari trascriveremo quelle fatte all’estero”
Il sindaco a Firenze comunica la notizia durante un’intervista
Decaro, dopo aver annunciato la novità a Firenze, palesa le sue intenzioni e la sua disponibilità, concedendosi ad un’intervista.
Con queste parole, il sindaco di Bari (Antonio Decaro del PD), si è espresso nella città toscana, ove ha presenziato ad un’iniziativa concepita Dario Nardella nel Palazzo Vecchio. “Ho chiesto un parere alla mia avvocatura e sono orientato a procedere con le trascrizioni dei matrimoni celebrati all’estero; anzi, colgo l’occasione per dire che se c’è qualcuno che vuole trascrivere il matrimonio a Bari, saremo presto disponibili”.
Continua affermando: “Non farò, tuttavia, una disposizione come Merola a Bologna, ma un invito agli uffici anagrafici a procedere con le trascrizioni. Questo suggerimento e realtà Lgbt attivato a Bari, una settimana prima che fosse diramata la circolare di Alfano. Il consiglio a seguire questa strada è arrivato da lì e credo che lo seguirò”.
In termini giuridici, la trascrizione è una sorta di “pubblicità legale” che determina, attraverso delle annotazioni di atti giuridici, la “conservazione” in appositi Registri pubblici; il tutto discerne da un articolo che Codice civile italiano.
D’altro canto, invece, vi è Maria Carmela Lanzetta, ovvero il ministro degli Affari Regionali che esprime, anche lei, il suo parere in merito al tema che è il fulcro dell’argomento.
Le sue risposte ai giornalisti, sono decise e affermative, facendo trapelare una certa volontà di accelerare i tempi di risoluzione. “Penso fortemente che serva una legge. Quella dei sindaci, che è la voce più vicina ai cittadini e ai loro bisogni va ascoltata. Il Parlamento deve fare una legge nel più breve tempo possibile”. Termina il discorso, dicendo: “Noi siamo molto per l’osservanza delle regole; la legge va fatta soprattutto perché bisogna pensare a coloro che devono essere difesi, alle persone più deboli, ai bambini”.
Insomma, delle frecciatine che vanno ad intaccare la “disubbidienza” dei primi cittadini che intendono procedere con le registrazioni.
Eleonora Boccuni