Il mio racconto di un concorso pubblico pilotato
“Non sono quindi dispiaciuto perché in questa pubblica selezione non c’è stata meritocrazia”
Gentile direttore, sento l’esigenza di scriverle prima di tutto perchè ho bisogno di esprimere il fastidio che provo in questo momento. Questo è il racconto della mia esperienza alla partecipazione a un concorso pubblico. Poche ore fa, oltre ad aver appreso di non aver vinto il concorso, ho potuto constatare che l’esito della selezione era già deciso in partenza. Vado con ordine, spiegandole il perché affermo ciò.
Durante il mese di giugno è uscito un bando dell’Arpa Emilia-Romagna (l’agenzia che si occupa di monitoraggio e controllo dell’ambiente nella regione) per la selezione di una persona da assumere a tempo indeterminato presso la direzione tecnica. Proprio in quei giorni mi viene comunicato che non mi sarebbe stato rinnovato il contratto nella società presso la quale lavoravo. Avendo i requisiti necessari, decido quindi di partecipare al concorso dell’Arpa e invio la mia domanda. La scorsa estate, già nelle mie prime settimane da disoccupato, percepisco che trovare nuovamente un lavoro sarebbe stato più complicato del previsto, mi impegno quindi con dedizione alla preparazione della prova scritta di questo concorso.
Fortunatamente le materie indicate nel bando corrispondono ad alcune discipline che ho avuto modo di approfondire negli anni scorsi, prima durante il percorso universitario poi nelle mie esperienze di lavoro. Questo mi fa sperare ancor di più in questo concorso, che vedo come un possibile sbocco professionale nel quale finalmente poter utilizzare tutte le mie competenze. Alla fine di settembre partecipo all’esame scritto. Siamo una quarantina di persone ad affrontare la prova, circa 20 in meno rispetto alle domande che erano state presentate.
Dopo pochi giorni vengono pubblicati i risultati. Supero la prova insieme ad altre 7 persone. Sono molto soddisfatto dell’esito e inizio a credere ancor di più alla possibilità di ottenere quel posto. La prova orale, che dovrà decidere il candidato che otterrà il posto, viene fissata per lunedì 12 novembre. Come ho anticipato, non sono risultato primo in graduatoria. Dopo un primo momento di dispiacere, per curiosità, provo a informarmi sulla persona che è riuscita a ottenere il posto.
Mi è bastato inserire il suo nome su Google per trovare le prove del fatto che questa persona collabora dal 2005 con Arpa. Una prova su tutte è il suo curriculum vitae, tra i primi risultati della ricerca. Pubblicazioni, articoli e vari progetti svolti insieme all’agenzia regionale mi permettono di affermare che non era di certo una presenza nuova in quei corridoi. La cosa che più mi colpisce è addirittura il fatto che avesse già un suo indirizzo di posta elettronica interno ad Arpa.
La persona che ha vinto questo concorso è sicuramente la più preparata a ricoprire il posto ambito, dico questo semplicemente perchè negli ultimi anni si è occupata esattamente delle materie oggetto del bando, anche all’interno dell’ente stesso. Non sono quindi dispiaciuto perché in questa pubblica selezione non c’è stata meritocrazia. Sono semplicemente infastidito per il fatto di aver passato 4 mesi della mia vita a prepararmi per un concorso di cui già in partenza si conosceva il nome del vincitore, perdendo tempo che avrei potuto spendere nella ricerca di un’opportunità reale di lavoro.
Io credo ancora molto nel settore pubblico, che di sicuro ha bisogno di modifiche ma che ancora può garantire grandi certezze. Allo stesso tempo, però, mi chiedo come farò a ritrovare la fiducia nella buona fede dei concorsi pubblici e decidere di nuovo di investire il mio tempo per provare a ottenere un posto nella pubblica amministrazione.
Naturalmente in questi mesi mi sono rivolto anche al settore privato, inviando una gran numero di curriculum, ma ancora nessuna opportunità mi si è presentata. Vedrò allora di seguire il consiglio del ministro Fornero provando a essere meno choosy con la speranza che, magari nascondendo le mie lauree, il mio master e le mie esperienze, qualche pizzeria d’asporto o qualche corriere espresso si interessi alla mia professionalità.
Marco Pedrazzini
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