Ieri “partita per la vita” ma Taranto fa autogoal

Ieri “partita per la vita” ma Taranto fa autogoal

 “Chi ha pensato di boicottare ha semplicemente negato risorse per la città”

Si è tenuta ieri presso lo stadio Erasmo Iacovone di Taranto, la partita a scopo benefico tra la nazionale cantanti e la nazionale magistrati, organizzata e totalmente finanziata dal gruppo Conad. Un evento che periodicamente, tocca ogni stadio d’Italia. Un evento itinerante dunque, se così si può dire, volto alla solidarietà.

Nel caso di Taranto, la “partita per la vita”, è stata organizzata affinché l’intero ricavato dalla vendita dei biglietti, fosse devoluto in beneficenza alle associazioni ANT e Iris, impegnate nella lotta contro i tumori e nell’assistenza domiciliare gratuita ai malati terminali di cancro, con supporto psicologico alle loro famiglie. Un nobilissimo operato quello delle associazioni, che da sempre si prodigano per i malati, e per restituire loro quella dignità che la malattia strappa via. Taranto il cancro lo conosce molto bene, forse meglio di qualsiasi altra città, perché Taranto ha dentro di se un cancro che genera altro cancro.

Ma ci siamo stancati di stare a ripetere sempre le stesse cose, perché ormai i problemi di Taranto legati all’inquinamento li conosciamo. Conosciamo tutto, lo scriviamo e leggiamo da anni, e chi di competenza sta lavorando per definire colpevoli e innocenti. Speculazioni, salute dei tarantini venduta, o meglio svenduta, insieme all’ambiente. Tutta la città nel baratro. E’ vero. E che l’informazione in alcuni casi abbia giocato sporco, lo sappiamo pure. Ma non è solo questo il male di Taranto. Questo è quello che vediamo, quello che è sulla bocca di tutti, quello di cui è più facile parlare. Torniamo all’evento.

Ieri sera, presso lo stadio Erasmo Iacovone, alle ore 20.00 ha avuto inizio la “partita per la vita”. Lo stadio, che siamo abituati a vedere stracolmo durante le partire del Taranto Calcio, era quasi vuoto. L’evento ha contato poche migliaia di persone, all’incirca 2500. Perché? Di certo non possiamo dire che Taranto sia una città che non ama il calcio, al contrario. I perché, quelli che ci sono dati sapere, sono altri. L’evento organizzato per fare del bene, ad una città sommersa dai problemi più disparati, è stato patrocinato dal Comune di Taranto.

La cosa non è piaciuta ad alcuni, considerate le varie questioni che non stiamo ad elencare; così come non sono piaciuti i media partner che hanno collaborato alla realizzazione dell’evento. E’ bene a questo punto precisare, che tutti i costi per la realizzazione dell’evento, sono stati sostenuti solo ed esclusivamente dal gruppo Conad, il comune ha concesso lo stadio gratuitamente, e i media partner hanno fatto il loro lavoro di informazione, che soggettivamente ognuno può giudicare come gli pare e che possono piacere o meno.

Ma nulla questo ha a che vedere con la finalità della partita. Sono stati venduti circa 3000 biglietti, e 5000 quelli dati in omaggio, ma nonostante questi numeri, le presenze erano nettamente inferiori.

Abbiamo a tal proposito, ascoltato il parere di Francesco Pugliese, direttore generale Conad, il quale ha spiegato che l’evento non è solo all’insegna della solidarietà e della beneficenza, ma anche un modo per cercare di stare insieme, per essere forti e superare i problemi che ha questa città, e che sono tanti. “Questa è una città delle contraddizioni, è la città del bianco e del nero, solo che anche lì dove c’è del male si riesce a trovare del bene, e per prendere il bene c’è bisogno di unità, di solidarietà, c’è bisogno di una popolazione di persone che abbiano voglia di non solo contestare, ma cercare di portare soluzioni” afferma Pugliese e continua.

“Questa manifestazione aveva ed ha un solo obiettivo, accendere i riflettori come qui allo stadio, su una città che soffre per tanti problemi e che in questo momento è in diretta su Sky.  Non credo che ci siano state tante occasioni per poter accendere questi riflettori, o forse questo non è stato compreso da tutti i tarantini”.

Lo stesso appare piuttosto dispiaciuto, poiché il messaggio, probabilmente non è arrivato, o chissà magari è arrivato distorto. I primati piacciono un po’ a tutti, anche quelli per far del bene. La non risposta della città pertanto, non viene definita come contestazione, in quanto lo stesso Pugliese afferma di non averne ricevute personalmente.

“Si parla di boicottaggio? Bè chi ha pensato di boicottare ha semplicemente tolto fondi per due associazioni che lottano per la vita – e prosegue – Il tutto è stato realizzato con i nostri costi. Forse abbiamo sbagliato sui media partner? Non lo so, per noi hanno fatto un buon lavoro qui, ed è quello che mi interessa. Faccio il manager e sono stato abituato ad essere misurato sui risultati e il risultato era buono.

Abbiamo seminato e abbiamo raccolto poco, e ci dispiace. Forse se avessimo preso tutti questi soldi che abbiamo investito per pagare questo evento, e li avessimo dati direttamente a quelle associazioni avremmo fatto meglio, però oggi non si poteva parlare di Taranto”.

E poi l’invito, rivolto a tutti i tarantini: chi c’era, chi avrebbe voluto, e chi non ha voluto esserci.

“Fatevi domande e pensate: è vero, è giusto contestare, è giusto rimostrare quanto c’è da fare e quello che è stato fatto male, ma questa era invece un’operazione che cercava di guardare al futuro, un futuro che deve essere migliore per questa città, evidentemente non siamo stati in condizioni e capaci di motivarlo nella maniera corretta e ci dispiace molto”.

“A Taranto nessuno era stato capace di portare un viceministro che ha parlato di quelle che possono essere le prospettive, il procuratore di Bari, poi abbiamo portato degli esempi positivi, come l’amministratore delegato di Alenia, che ci ha detto come si può intervenire in maniera sana, c’eravamo anche noi nel nostro piccolo a parlare di questo. Era una maniera senza polemica per parlare del problema, e per mettere nell’ambito di questo problema le cose al giusto posto. La magistratura sta facendo egregiamente il suo lavoro, ed è lei che stabilirà chi, quanto deve essere pagato e come.

“A noi società civile spetta un compito invece, come riorganizzare in questa città interventi a livello economico e a livello solidale per fare in modo che si superi questo problema e che si dia futuro a questa città. Questa era la nostra ambizione, questo era umilmente quello che volevamo regalare alla città e abbiamo regalato. Se non siamo stati compresi, peccato”.

Già peccato. Taranto ha perso un’occasione per stare insieme, unita, all’insegna della solidarietà, in una serata di musica e densa di significato. Non si conoscono con precisione gli incassi, ma gli stessi dovrebbero aggirarsi presumibilmente e approssimativamente intorno ai 15-20.000 euro, interamente destinati all’ANT e all’associazione Iris.

La “partita per la vita” si è giocata, ma la città ha tirato male, nella sua stessa rete.

Elena Ricci


viv@voce

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