SAVA. L’amministrazione IAIA non porta a compimento un progetto di isola ecologica, tra l’altro finanziato e ottenuto dalla passata amministrazione!
Un’altra buccia di banana, tra le tante altre …
Il progetto della costruzione di questo sito, importantissimo, fu prodotto dalla passata amministrazione circa 4 anni fa. La Regione, in virtù della richiesta pervenuta di circa trecentomila euro, finanziò centomila euro l’opera. Ma oltre questo, la Regione finanziò anche un progetto denominato “Punto ecologico” con cinquanta mila euro.
Cos’è quest’ultimo? E’ un punto di raccolta di materiali riciclabili ubicato, sulla carta, in Via Fratelli Bandiera presso i locali dell’ex mercato ortofrutticolo (quest’ultimo mai partito, tra l’altro) dove i savesi potevano portare plastica o altro e al tempo stesso ricevere un bonus. Quindi due importantissimi servizi per l’utenza.
Ai giorni nostri abbiamo questo: l’isola ecologica non vedrà più il taglio del nastro, potenzialmente doveva vedere i natali in Via Capitano Schifone ma, ahimè, i residenti hanno bloccato sul nascere l’isola ecologica. Anzi, aveva già cominciato a dare i primi vagiti: delimitata l’area all’interno del Palazzetto dello sport, intonacate le pareti esterne per larga parte e poi lo stop.
L’isola ecologica non vedrà la luce in questo sito. Domanda: è possibile mai che questi residenti della zona sono così influenti a fare cambiare idea all’amministrazione IAIA? Pare proprio di sì, in quanto è stata decretato il blocco dei lavori alla Ditta appaltatrice. Ora che succederà?
Pare che l’amministrazione IAIA ha inviato alla Regione un nuovo progetto e una nuova collocazione dell’isola ecologia. Dove? All’interno dell’area del macello, mai entrato in funzione e vera e propria sanguisuga del denaro pubblico, sito nell’area industriale direzione San Marzano. Di questo immenso corpo di fabbrica si pensava, anche la passata amministrazione, di venderlo e alienare il nostro Comune di questo bene in surplus.
Facendo costruire al suo interno l’isola ecologica è chiaro, anzi chiarissimo, che non è per nulla intenzione dell’amministrazione IAIA a vendere il corpo di fabbrica. Quindi oggi abbiamo i lavori bloccati e mai più da fare in Via Capitano Schifone. Domanda: e la Ditta appaltatrice che farà alla luce di questo stop e con i lavori appena iniziati? Aprirà, senz’altro un contenzioso con il nostro Comune (uno dei tanti tra l’altro che bussano a denari all’ufficio preposto) in quanto farà valere le sue ragioni. Economiche su tutto.
Ricapitolando, ammesso che la Regione dà il suo assenso al nuovo sito, che succederà? Probabilmente, oltre al pagamento della nuova progettazione tecnica sarà di pari passo una nuova gara d’appalto! Quindi, difficilmente la ditta appaltatrice potrà riprendere in consegna gli eventuali nuovi lavori nell’area dell’ex macello in quanto cambia tutto. Prezzo compreso. Quindi, altre spese per progettazione tecnica e spese, e perdita di tempo, per indire la nuova gara.
Una domanda, se è lecito farla ai residenti che hanno mostrato la loro disapprovazione alla costruzione dell’isola ecologia: “Ma siete davvero così influenti verso questa amministrazione?” Certo che se vi foste trovati ad Avetrana, sempre in virtù del vostro forte condizionamento amministrativo, molto probabilmente avreste fatto bloccare la costruzione del depuratore consortile.
Peccato che non sono di Avetrana, lo fossero stati gli avetranesi avrebbero eretto una statua d’oro a loro dedicata! Intanto il paese soffre, maledettamente, di questa mancata isola ecologia. Ennesima domanda: chi pagherà i danni o costi, eventuali, di tutto questo fortissimo ritardo e del cambiamento del sito?
Giovanni Caforio