Nazareno Dinoi: “Quando un sindaco denuncia un giornalista”

Nazareno Dinoi: “Quando un sindaco denuncia un giornalista”

Da lavocedimanduria.it, pubblichiamo questo articolo del suo direttore

Il sindaco di Sava, Dario Iaia, con la sua giunta, ha dato incarico all’avvocato tarantino, Egidio Albanese, di rappresentare l’ente nella denuncia-querela del giornalista savese Giovanni Caforio e della sua testata online, Vivavoce. Chi fa il nostro mestiere è purtroppo abituato a questo genere di incidenti di percorso.

Chi si sente offeso o diffamato da ciò che scriviamo, ha il diritto di rivolgersi alla giustizia. A volte possiamo sbagliare. Spessissimo siamo noi ad essere oggetto di vere e proprie intimidazioni da parte di chi, potendo pagare la parcella di un qualsiasi legale (nel caso di cui ci occupiamo, poi, si è scelto il meglio perché paga «Pantalone»), oppure rivolgendosi gratuitamente ad un qualsiasi corpo di polizia giudiziaria, non ci risparmia il dispiacere di un’altra querela.

In tal caso lo scopo di costoro, già al momento della denuncia, sia essa gratis sia a pagamento, lo hanno già raggiunto: quel giornalista preso di mira, non solo non parlerà più male del denunciante, ma non scriverà proprio più niente che gli riguardi. Con quella denuncia, insomma, si è acquistata l’immunità. E quando questo denunciante è un politico, vi lascio immaginare quanto importante sia per lui questo risultato. C’è chi si piega a questi ricatti e chi invece, parlo del giornalista, continua a fare il proprio dovere. L’amico Giovanni, a cui va la mia personale solidarietà e quella della redazione del giornale che dirigo, non è uno di quelli che si arrendono a questi ricatti.

Non voglio e non posso entrare nel merito dei motivi che hanno spinto la giunta savese a querelare il giornale e il giornalista. Seguo la cronaca di Sava e riconosco lo stile spigoloso, a volte eccessivamente spigoloso, di Giovanni Caforio. Condanno però a prescindere il gesto della querela perché quando un potere così forte come un ente comunale arriva alle vie di fatto nei confronti di un giornale locale piccolo, senza editori alle spalle e quindi vulnerabilissimo, è sempre una sconfitta del buonsenso, del confronto e della democrazia.

Dico questo perché è capitata a me la stessa cosa. Anche io in passato sono stato querelato dal mio comune. Due volte. Una prima volta perché avevo definito «guerra» una discussione molto ma molto accesa tra esponenti politici durante una seduta di consiglio; l’altra volta perché sul mio giornale avevo ospitato la vignetta del bravo vignettista Paolo Piccione (la famosa vignetta della coppia cojons). Anche gli amministratori dell’epoca si ritennero diffamati e mi incolparono, con me anche il vignettista, di avere «gravemente» danneggiato l’immagine della nostra città. Come è andata a finire? La prima causa l’ha persa il comune con tanto di spese di giustizia e legali a suo carico (al suo e al mio avvocato); la seconda è stata chiusa per la remissione della querela da parte del sindaco, evidentemente ravveduto dell’errore, che firmò quell’atto. Risultato?

Io continuo a scrivere, Paolo Piccione disegna e pubblica ancora, mentre quasi tutti i politici che firmarono quelle denunce, tranne forse un paio, sono scomparsi dallo scenario politico di Manduria. Gli unici ad aver perso in quel caso, come nel caso di Sava, furono il buonsenso, il confronto e la democrazia. A guadagnare (molto, abbastanza), furono allora gli avvocati pagati con i soldi pubblici, anche miei, nostri, di tutti.

Spero tanto che il sindaco di Sava ritiri la sua denuncia e risparmi le tribolazioni ad un piccolo editore ed anche i soldi pubblici delle parcelle legali che, lui lo sa bene come lo sappiamo tutti, noi si fermano quasi mai alle tremila euro impegnati all’inizio.

Nazareno Dinoi

Direttore de lavocedimanduria.it








viv@voce

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