Attiva Lizzano: incontro in aula Consiliare sui problemi relativi alla raccolta differenziata /1
Il cittadino: colui che si confronta, promuove, pone domande e si attiva, quotidianamente, per il cambiamento e il miglioramento del proprio paese
Sì è svolto il 20 novembre c.a., presso l’aula consiliare di Lizzano, il convegno tra i commercianti, gli artigiani e gli amministratori, per argomentare in merito alle questioni relative alla raccolta differenziata, ormai presente da quattro anni nel comune della provincia jonica. Un incontro che non vuole solo elencare le motivazioni per le quali, il servizio di raccolta, seppur attivo, riscontri scarsi risultati; ma, vuole fungere da intermediario tra i cittadini e l’Amministrazione Comunale. Dunque, un canale di dialogo che si sta cercando di aprire, in maniera tale da far presenziare, in prima persona, al confronto, alla sensibilizzazione attraverso nuove proposte, lo stesso cittadino. Una tappa cruciale che sottolinea, non solo la pazienza, la disponibilità e la volontà di attivare sinergie di miglioramento, ma che disegna la strada da intraprendere, seguendo il principio delle “3 R” (Riduzione, Riuso e Riciclo, alle quali se ne aggiunge una quarta: Risparmio), attivando e coinvolgendo, grazie ad un’adeguata informazione, gli amministratori e gli amministrati.
L’introduzione della serata presenta, in maniera immediata, i tratti salienti delle tematiche che, successivamente, verranno affrontate dettagliatamente. Uno sfondo che preannuncia l’interezza dell’incontro, a partire dalle motivazioni per le quali la raccolta differenziata, nonostante sia attiva da ben quattro anni a Lizzano, dispensa uno scarso esito pari al 35% (facendo una rapida media).
Numerose le sollecitazioni e i richiami che sono stati attuati nei confronti delle istituzioni, in particolare quelle più competenti in materia; di seguito alcuni degli esempi enunciati: La Casa dell’Acqua, l’isola ecologica e chi di competenza.
Un fattore statico che porta al degrado ambientale, salutare ed economico, caratterizzato, quest’ultimo, dal vertiginoso aumento delle tasse (“la goccia che ha fatto traboccare il vaso” come definito in serata).
Pian pianino ci si addentra nelle discussioni, arrivando al clou della situazione. La Dott.ssa D’Oria (pediatra di Lizzano), promuove l’Associazione e, attraverso la presentazione in power point, riporta delle domande alle quali ha già ricevuto delle risposte esaustive.
Imminente l’esplicazione, da parte di Raffaele, della differenza tra abitante e cittadino, dalla quale discende la decisione, la vera e propria scelta: “L’abitante è un numero, il cittadino è colui che partecipa, quotidianamente, alla vita di cittadinanza. Non si diventa cittadini nel momento in cui si pagano le tasse, ma, si diventa tali, attraverso l’attivismo che comprende, anche, il lavoro”.
Da qui, passando, nuovamente, la parola alla Dott.ssa D’Oria, l’illustrazione della cittadinanza, del significato e della possibilità di divenire cittadino attivo, facendo, in maniera concomitante, riferimenti politici e aforismi celebri.
“La cittadinanza tradizionale” che congloba assieme i diritti e i doveri tra il cittadino e lo Stato.
“L’espressione della cittadinanza” che racchiude simbolicamente, come forma più alta, il diritto al voto. Ma, la nuova cittadinanza, non dovrà essere rappresentata, solo ed esclusivamente, dalla votazione, quindi il richiamo alle urne rivolto agli aventi diritto, ma una reale concretezza giornaliera derivante dall’esercizio dei poteri, dalla responsabilità (nella vita quotidiana) e dalla democrazia.
Il contributo dei cittadini è davvero prezioso, perché, grazie ad esso, si riescono a risolvere problemi rilevanti, come la chiusura della discarica che attanagliava la cittadinanza lizzanese (e non solo). Dunque, una prodigiosa collaborazione che verte al miglioramento e, tutto questo, grazie ai cittadini e non alle amministrazioni politiche.
Una disposizione idealistica che, difficilmente, vede la donna protagonista, forse per timore o forse per l’eccessivo maschilismo che ha caratterizzato per diversi anni il Bel Paese, finalmente, le voci femminili scendono in campo e si fanno sentire. Difatti, per il gentil sesso il contributo nella vita di cittadinanza è sinonimo, in primis, di preoccupazione, ovvero: la costante preoccupazione che si nutre nei confronti dei propri figli, mirando al loro futuro e ai posteri che ci succederanno. Questo l’intervento di una mamma che palesava, ancora una volta, la questione relativa alla discarica e ai cattivi odori presenti nel paese.
Successivamente, la lettura di alcuni dei punti fondamentali che porterebbero all’ottimizzazione delle condizioni attuali del paese. Si parla di: associazioni nelle scuole, perché è importante muoversi e agire per costruire qualcosa di buono; di desiderio di giustizia; di solidarietà; l’alterazione della realtà; della voglia di contare ed essere protagonisti; di vivere la realtà “in diretta” e, soprattutto, di stare insieme, uniti e compatti.
Essenziali, invece, “il potere e la responsabilità” nell’utilizzo dei beni comuni, ossia: tutto ciò che è intorno a noi, come: l’ambiente, la salute, la cultura e tante altre ricchezze che non stiamo qui ad elencare. A tal proposito, viene presa ad esame, una famosa citazione della Prof.ssa Elinor Ostrom, premio Nobel per l’economia nel 2009 in merito alle analisi sulle governance e i beni comuni. Sostanzialmente, il concetto espresso vuole evidenziare il fatto che i beni sono spesso “minacciati” e, tali insidie, cagionano, soltanto, uno stato di povertà.
La cittadinanza rende, quindi, effettivi i diritti, non solo grazie alla premura nei riguardi dei beni, ma, anche, con la possibilità di poter incidere attraverso il potere delle “buone azioni”. Difatti, sembra quasi doveroso citare l’art.118 della Costituzione italiana, il quale definisce le condizioni che le istituzioni devono creare per permettere alla persona e alle aggregazioni sociali di agire liberamente durante lo svolgimento delle loro attività. “Stato, Regioni, Province, Città, Metropolitane e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio della sussidiarietà”.
Senza dimenticare la riforma del Titolo V dello stesso articolo che esplica il dovere, da parte delle amministrazioni pubbliche, di favorire tale partecipazione nella totale consapevolezza.
E, ancora, si rimembra che il Consiglio dell’Unione Europea ha designato, nel 2011, l’Anno europeo delle attività di volontariato che promuovono la cittadinanza attiva.
Oltre ad un’affermazione concepita dalle menti di due grandi studiosi americani di Community organizing, Herbert J. And Irene S.Rubin, vale a dire: “Una società in cui abbiano spazio e potere organizzazioni di attivismo civico è il miglior posto in cui vivere, sia per chi è debole, che per chi è forte”. Concretamente, una cittadinanza politica che differisce dai partiti politici, improntata sull’utilizzo di tecnologie ad azione diretta, sensibilizzata per ciò che concerne l’ambiente, la salute, gli anziani, i disabili e i bambini che non devono, assolutamente, vivere in uno “stato inquinato” e devono poter beneficiare delle cure mediche. Un archetipo memore dei 25 anni trascorsi da quando è stata sancita, il 20 novembre del 1989 a New York, la “Convenzione dei diritti all’infanzia e all’adolescenza”.
Eleonora Boccuni