MANDURIA. “Lui però non ha pagato”
Violenza donne. Il coraggio di raccontarsi
Mi chiamo Silvia e ho 58 anni. Ho deciso di raccontare la mia storia ad una delle amiche del punto D della Voce di Manduria, perchè vorrei che con il mio racconto le donne che vivono situazioni di violenza in casa abbiano il coraggio di denunciare o almeno di confidarsi con qualcuno che potrebbe aiutale.
La mia storia inizia come quella di qualunque altra donna che all’età di 24 anni sogna il matrimonio, la famiglia e la gioia di vivere una favola. Ho incontrato quello che è stato mio marito per 25 anni, un giorno di Pasquetta come tanti altri. Ci siamo visti, frequentati e abbiamo deciso di vivere insieme. I genitori di entrambi non erano molto convinti, tantomeno per la convivenza ma noi siamo andati contro tutti e tutto. I primi anni sono stati “normali”.
Decidiamo di sposarci perchè la situazione economica ed il lavoro erano discreti e quindi potevamo affrontare le spese. Dopo un po’ di tempo però, lui inizia ad essere diverso! La sera sempre più spesso pretendeva di uscire con amici. Una sera per la partita, una sera per una cena di lavoro, un’altra per riunioni ecc. Fin qui, diciamo nulla di strano, se non fosse che purtroppo puntualmente tornava ubriaco! Nella sua ubriachezza si consumava la violenza.
Tornava a casa e mentre dormivo iniziava a rimproverarmi, ad insultarmi, schiaffi, pugni e infine consumava contro il mio volere, un rapporto sessuale sfogando tutta la sua violenza. Lui era possente e divincolarmi non serviva a nulla. Mi teneva ferma e mi diceva che dovevo stare zitta perchè lui era mio marito e poteva! Tutto questo quasi tutte le sere.
Nel corso degli anni sono arrivate anche delle gravidanze di cui due andate a buon fine ma altre due no per le botte e i calci che mi dava. Io purtroppo non avevo il coraggio di denunciare. Nessuno vedeva, nessuno poteva sapere quello che accadeva nel buio delle notti nella mia casa e nessuno mi avrebbe creduta magari apostrofandomi anche che per mio marito dovevo sopportare quello ed altro.
Sono stata zitta, per la vergogna, per i miei figli che notte dopo notte imparavo a non far rumore e riuscivo anche a non fargli capire nulla. I miei figli sono cresciuti, forse potevo liberarmi finalmente di quell’orco che tutti chiamavano mio marito, perfetto ed amorevole che agli occhi della gente nulla mi faceva mancare. Un giorno poi, dopo esattamente 25 anni di matrimonio (violenza) lui, non torna più a casa.
Passa un giorno ne passano due, tre e quattro e di lui nessuna notizia. Dopo una settimana si fa vivo e mi dice che ha un’altra donna, che la ama e che mi lasciava perchè io tutto avevo tranne quello che un uomo cerca in una donna! Quella fu la mia liberazione! Da allora, sono rinata. I sacrifici non sono stati pochi ma oggi posso dire di avere finalmente una vita vera con un compagno che davvero mi ama.
Il mio racconto per voi, donne che vivete situazioni simili. Abbiate il coraggio di denunciare, quello che non ho avuto io, non aspettate che qualcosa possa cambiare perchè può peggiorare soltanto.
Ve lo dico io, che sono stata liberata dal mio stesso carnefice che, alla fine l’ha passata liscia, quando invece avrebbe dovuto pagare!
Raccolta e narrata da Fabiola Pizzi
FONTE
lavocedimanduria.it