DEPURATORE CONSORTILE E CONDOTTA SOTTOMARINA. “Io amo San Pietro in Bevagna” denuncia alla Commissione della Comunità Europea gli inadempimenti del diritto comunitario

DEPURATORE CONSORTILE E CONDOTTA SOTTOMARINA.  “Io amo San Pietro in Bevagna”  denuncia alla Commissione della Comunità Europea gli inadempimenti del diritto comunitario

Da Mimmo Fontana, ambientalista e amministratore dell’associazione socio-culturale no profit no politico  “Io Amo San Pietro in Bevagna”, riceviamo e volentieri pubblichiamo

Illustre Commissione Europea, la presente missiva ha lo scopo di denunciare il progetto di realizzazione di un depuratore con condotta sottomarina per i territori di Sava-Manduria, autorizzato nello specifico dalla Regione Puglia in accordo con parte della provincia di Taranto.

Consapevoli di trovarci di fronte ad una infrastruttura necessaria ed essenziale per il territorio suindicato, siamo certi che il progetto così concepito sia contrario e violi dispositivi e principi di diritto Europeo oltre a norme della Repubblica italiana. Ci chiediamo come si possa concepire l’ubicazione di un depuratore con scarico in mare in prossimità di una zona “SIC” e di aree ambientali protette quali le Saline dei Monaci, dove nidificano i rari e protetti uccelli migratori, fenicotteri rosa, ed il fiume Chidro, senza tralasciare il litorale bagnato da un mare cristallino, bellezze che verrebbero inquinate e deturpate TAB1 per sempre da una simile opera. Rammentiamo in proposito che lo stesso dettato normativo nazionale (legge 152/06 artt. 73/99) contempla la realizzazione di una condotta sottomarina come extrema ratio in mancanza di alternative (esistenti nel caso in questione) e peraltro di carattere transitoria.

In merito vi sono anche disposizioni e principi dell’Unione (Direttiva comunitaria 2000/60/CE) che prevedono e predispongono la protezione delle acque territoriali e marine con l’eliminazione degli scarichi e delle emissioni inquinanti, promuovendo l’installazione di tecnologie che riusino totalmente le acque reflue depurate, soluzione che, in modo particolare per i territori di Avetrana e Manduria, definiti dagli indici climatici ad alto rischio di desertificazione, sarebbe l’ideale.

Inoltre, come se non bastasse agire in violazione di un quadro normativo molto chiaro, infischiandosene di una sentenza del TAR di Lecce che boccia il depuratore annullando il parere favorevole di compatibilità ambientale espresso dalla Regione Puglia (vedi sentenza allegata), vi sono, in riferimento al progetto, anche relazioni tecniche di esperti del settore, dalle quali si evince sia la mancanza di requisiti fondamentali dal punto di vista geologico, e, nel caso in esame la poca profondità dei fondali, la necessità di tutelare la Poseidonia Oceanica che ha sollecitato il finanziamento di progetti a livello europeo e regionale, sia la presenza di un’alternativa molto valida al progetto dello scarico in mare, proponendo una forma estesa di scarico al suolo, previsto anche dalla normativa nazionale nel caso di evidenti benefici ambientali come ai sensi dell’art. 103 D.Lgs 152 del 3 aprile.

Interpelliamo la Comunità Europea, perché la stessa, prima ancora che la sua competenza ambientale venisse esplicitamente prevista, ha introdotto per la prima volta nel 1985 la “valutazione di impatto ambientale” (VIA) (direttiva 85/337), strumento che sarebbe poi entrato stabilmente a far parte anche della normativa interna. Il principio cui essa si ispira è quello della prevenzione, principio per cui è preferibile evitare i danni all’ambiente piuttosto che porvi rimedio in seguito al loro verificarsi, sopratutto perché i danni ambientali sono spesso, per loro natura, irreparabili. (Principio che nello specifico non credo si stia rispettando).

Richiamiamo inoltre la direttiva 92/43/CEE (c.d. Direttiva habitat), recepita in Italia a partire dal 1997 e ai sensi della quale qualsiasi piano o progetto che possa avere incidenza significativa su una SIC/ZPS deve formare oggetto di una opportuna valutazione dell’incidenza stessa, anch’essa non considerata o ancora la direttiva 79/409/CEE (c.d. Direttiva uccelli), avente ad oggetto la protezione della flora e della fauna selvatica. (Fenicotteri rosa che stanziano e nidificano nella Saline dei Monaci, spettacolo che attrae molti turisti e fotografi professionisti).

A tal proposito menzioniamo la Sentenza (26 ottobre 2006 in causa C-234/04), nella quale la Corte di giustizia europea ha condannato la Repubblica portoghese perché venuta meno agli obblighi su di essa incombenti, non valutando l’impatto ambientale che avrebbe avuto sul territorio interessato la costruzione di una autostrada. In questa sentenza è evidente come la Corte per salvaguardare i superiori interessi di carattere ambientale, entri nel merito di una vicenda interna di uno Stato membro.

Per tutto quanto detto sinora, per le scelte e le decisioni prese, macroscopicamente contrarie sia a norme e principi di indirizzo comunitario sull’inquinamento del mare e la tutela di aree protette, sia a disposizioni statali, preposte anch’esse alla tutela dell’ambiente, tanto da non potersi in alcun modo giustificare lo strumento individuato dalla Regione Puglia, chiediamo, visti anche casi simili e ai sensi di precedenti decisioni che hanno investito la Corte di giustizia, l’intervento della Commissione Europea, sottolineando che un’autorizzazione di questo tipo può esser data solo ove non sussista alcun ragionevole dubbio, dal punto di vista scientifico, circa l’assenza di effetti dannosi per l’integrità del sito interessato, sopratutto quando non tutte le possibili alternative sono state esaminate come nel caso inerente.

Auspicando che presto in Italia si possa annoverare nel Codice Penale anche il delitto contro l’Ambiente, in modo da punire adeguatamente chi deturpa questo bene giuridico come se fosse una loro proprietà ed invece appartenente alla comunità tutta indistintamente, purtroppo fermo in Commissione al Senato, Vi ringraziamo fin d’ora per l’attenzione e attendendo un Vostro celere e cortese riscontro in merito, si porgono cordiali saluti.

Mimmo Fontana, ambientalista e amministratore dell’associazione socio-culturale no profit no politico  “Io Amo San Pietro in Bevagna”










viv@voce

Lascia un commento