Taranto. “NUDA VERITAS”di Marcello Galati

Taranto. “NUDA VERITAS”di Marcello Galati

Presentato, ieri sera, nella libreria Dickens

Ieri sera nell’affollata  e festosa atmosfera della Libreria Dickens, a Taranto, Marcello Galati, noto giornalista radiofonico di Radio Popolare Salento, ha presentato il suo nuovo libro “Nuda Veritas” edizione “I libri di Emil”, un noir ironico, ma denso di riflessioni sulle nostre precarietà, anche quando pensiamo di poter definire tutto con un nome e con delle certezze genetiche o ancora su apparenti identità di una nazione che rappresentano invece un mondo molteplice, senza confini ; il personaggio Muhammad infatti gioca con le identità e con i nomi, parla molte lingue, così come fa il mondo nella sua apparente unità.

Ma il romanzo è incontro, oltre che di universi umani e di riflessioni contemporanee, anche di utilizzo di un linguaggio che, per amore del racconto e per la genialità dei dialoghi, tira fuori il cinema più grande, in un’apparente banale discorso o in una descrizione comica, come quel Mohammed, chiamato anche Mario fa, quando s’inventa, dovendo insegnare le lingue in due classi, di chiamarsi Francois  Truffaut in una e Jean- Luc Godard nell’altra. E certo sognare una nuova storia, evocando indirettamente la sacralità di grandi registi, compresa quella di Kubrick, c’incanta non poco.

La storia di “Nuda Veritas” è avvolta da una fitta ragnatela introspettiva su ciascun personaggio ed è quella di un giornalista che scopre il cadavere di un uomo nel suo appartamento, quando vi rientra, subito dopo aver investito un cane e subito dopo aver pensato, riaprendo la casa, che quei suoi fiori gialli, raccolti nelle aiuole di una stazione di servizio, odorano di cadavere. 

Ed è, infatti, mentre riflette sulla sua vita sentimentale complicata e contraddittoria con “La Rossa” e sul suo malaugurato investimento del cane, che arriva un poliziotto dal nulla, affermando di aver ricevuto una chiamata, da quell’appartamento, per un furto di mobili, di un gatto, di una lettiera e di fiori bellissimi chiamati uccelli del paradiso;  insomma viene denunciato il furto di ciò che in quella stanza non vi è mai stato o che attualmente ha un’altra apparenza, come nel caso dei fiori, ora sostituiti da quelli gialli che invece odorano di cadavere.

Il giornalista spiega allora al poliziotto che quella è la sua abitazione e nessuno può, da lì, aver chiamato la polizia. A questo punto però l’agente osserva le macchie di sangue sull’uomo che ne giustifica l’appartenenza, raccontando di aver appena investito un cane e di averlo poi poggiato sul ciglio della strada. Il poliziotto perplesso va via, ma il giornalista, immediatamente dopo, scopre il cadavere di un uomo in casa sua.

Da questi avvenimenti, sapientemente incastonati in un’atmosfera, ora angosciante ed ora comica, il giornalista decide di chiamare la polizia per denunciare la scoperta del cadavere in casa sua, ma si blocca inesorabilmente, nel momento in cui immagina un dialogo, presumibilmente incoerente, con chi risponderà dalla centrale. Un geniale quanto assurdo dialogo che indurrebbe l’interlocutore ad incriminare il giornalista stesso. Questo episodio da’ il via alla storia noir e ad una ambientazione simile a quella di un palcoscenico teatrale che si svolge nel Pub Tardi; tanti sono i personaggi sapientemente descritti e tantissimi i riferimenti culturali e filosofici che, divertenti quanto appassionanti, ci inducono, sino alla fine, a sorprenderci su temi che, come delle matrioske, ci porteranno verso altre verità, sempre capaci di rifiorire, senza mai renderci davvero certi di qualcosa.

Anche il rapporto tra uomo e donna viene scandagliato con pretesti diversi: la raffinata Carla, storica che suo malgrado lavora al pub, affronta e critica apertamente le motivazioni di un avventore culturista che tenta di accrescere i propri muscoli, aumentando, ella dice,il divario fisico tra i due sessi, senza riuscire invece a sviluppare il pensiero, l’unica cosa che eleva l’uomo sulla natura e che certamente può avvicinare i due generi.

Ma lo scrittore questo lo sa bene e ci riporta sapientemente in atmosfere senza tempo, universalmente valide; e quando ciascun personaggio viene psicologicamente e nei dialoghi, dettagliatamente approfondito, diventa inesorabilmente appartenente alla nostra contemporaneità.

A volte ci sembra di essere in un romanzo russo, altre volte il pub è l’America degli anni di Lady Day, Billie Holiday, con la sua colonna sonora costante per tutta la storia.

D’altra parte dove c’è lo scrittore Marcello Galati c’è anche l’esperto di musica ed, in questo caso, di quella cultura degli anni 40’, del Blues, di quel Blues che “ è stato scritto da un intero popolo”.

L’autore ha già scritto altre opere tra cui il testo teatrale “L’equilibrio dello storione” sulle vicende Ilva.

MARIA LASAPONARA

viv@voce

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