TARANTO. Siglato protocollo per i cantieri di cittadinanza

TARANTO. Siglato protocollo per i cantieri di cittadinanza

Un’opportunità per i disoccupati di ricollocamento nel mondo del lavoro

E’ stato siglato stamattina, presso Palazzo di Città, il protocollo di intesa tra Comune di Taranto, comuni della provincia, organizzazioni sindacali confederali e Regione Puglia, che sancisce l’adesione ai cantieri di cittadinanza, una legge regionale varata in seguito alle richieste dei sindacati, per fronte all’emergenza lavoro, piaga del territorio ionico e conseguenza dell’imperante crisi economica.

Un nuovo provvedimento questo, che permetterà ai disoccupati di essere ricollocati nel mondo del lavoro. I cantieri di cittadinanza, secondo quanto sostiene il sindaco di Taranto Ippazio Stefàno, sono un primo passo per dare ai cittadini la chiarezza di cui hanno bisogno; sanciscono in un certo senso, un nuovo percorso di vicinanza tra cittadino ed amministrazione comunale.

Si è arrivati a questa normativa regionale, che prevede fondi per 4 milioni di euro, nel giro di un mese, grazie alla sinergia tra sindacati e sindaci della provincia di Taranto. Starà ora ai sindaci fare un elenco dei servizi, che si tramuteranno in opportunità di lavoro, seppur temporanee, per chi ne avrà bisogno.

Il tutto in fase sperimentale, ma si tratta comunque sia di servizi, come sottolinea l’assessore regionale al lavoro Caroli, che dopo la fase di sperimentazione possono essere appaltati a piccole aziende o cooperative sociali, che verranno a formarsi.

Questa nuova misura è stata concepita d’intesa con l’assessorato alla Sanità, elemento che permetterà di accedere a finanziamenti pari a 32 milioni di euro, che sommati ai 4 milioni previsti dalla normativa, saranno destinati alle politiche di inclusione sociale. Un primo passo dunque, per cercare di risolvere le cause della crisi e non gli effetti, mettendo il cittadino in condizione di poter avere un reddito sulla base del lavoro.

Come spiega sempre Caroli, questa è una risposta non compassionevole da offrire alle famiglie in difficoltà, ma il ripristino di condizioni di dignità attraverso l’assegnazione di un posto di lavoro.

Elena Ricci

viv@voce

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