ZONA BALNEARE DI TORRE OVO – MARINA DI TORRICELLA. INTERDETTO AL TRAFFICO VEICOLARE IL TRATTO STRADALE “TORRE SARACENA-TORRE OVO CENTRO”

ZONA BALNEARE  DI TORRE OVO – MARINA DI TORRICELLA. INTERDETTO AL TRAFFICO VEICOLARE IL TRATTO STRADALE “TORRE SARACENA-TORRE OVO CENTRO”

La notte tra il 31 ottobre e il  1° novembre, sulla litoranea   in prossimità della pseudo “barriera frangiflutti”, a causa della mareggiata che  ha invaso pericolosamente  la carreggiata, si è reso necessario transennare il tratto stradale e deviare il traffico

La “barriera frangiflutti” (insieme al rinforzo delle rocce  e dei muri di contenimento ) era stata commissionata dalla Provincia e realizzata nel 2008 per la messa in sicurezza della strada che con le mareggiate stava sprofondando nonché per difendere dall’erosione il litorale di Torre Ovo. La barriera sommersa a mare fu realizzata nello specchio acqueo (antistante l’ arenile in località Eden) con massi di dimensione inferiori a quelli previsti dal capitolato d’appalto e di natura di origine diversa  trattandosi di materiale edile  di risulta di attività edilizia con presenza di ferro, fili di ferro agglomerati in cemento. Nell’anno 2008, ritenendo che vi fossero delle violazioni in materia ambientale, presentai un Esposto-Denuncia all’ Autorità Giudiziaria  e nell’ottobre del 2009, la dott.ssa Daniela PUTIGNANO, Sostituto Procuratore della Repubblica di Taranto, disponeva l’invio di conclusione indagini (ACI) preliminari nei confronti di 8 indagati per i reati penali che vanno dal “concorso e l’abuso in atti di ufficio, truffa aggravata e danni ambientali (Legge 156/2006)”.

Purtroppo  considerati i risultati, possiamo ben dire che quest’opera alla luce di quanto avviene ad ogni mareggiata, si è dimostrata  inutile  e che  gli obiettivi fondamentali per i quali era stata progettata, che sarebbero dovuti essere quelli della sicurezza e della sostenibilità ambientale NON SONO STATI RAGGIUNTI! Anzi  ha ulteriormente peggiorato la situazione poiché,  lo smaltimento dei materiali di risulta in mare, oltre ad aver arrecato un’irreparabile danno all’ambiente marino, ha causato anche la deviazione delle correnti che, soprattutto in prossimità dell’antica porticciolo di epoca romana, hanno causato un’erosione di circa 80 metri. Ovviamente, in sede di un’eventuale giudizio una  qualsiasi condanna  a carico  delle otto persone indagate sarebbe  una ben “magra consolazione” rispetto all’irreversibile danno arrecato all’ambiente!

Mimmo CARRIERI

Responsabile del settore Ambiente – Ecologia Associazione CPA

Sezione Provinciale di Sava

viv@voce

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