Crisi zootecnia in Puglia: la Cia chiede interventi tempestivi
Il presidente della Cia Puglia Carrabba ha chiesto all’assessore Nardoni la convocazione del tavolo di filiera
La Cia (Confederazione italiana agricoltori) di Puglia ha dichiarato lo stato di agitazione delle aziende zootecniche pugliesi e questa mattina ha inviato una nota all’assessore regionale alle Risorse agroalimentari della Puglia Fabrizio Nardoni per chiedere la convocazione del tavolo della filiera e di intervenire immediatamente, con provvedimenti concreti, perché la situazione è davvero drammatica.
Nella nota inviata all’assessore Nardoni, la Cia Puglia ha preannunciato lo stato di agitazione delle aziende zootecniche, che potrebbe sfociare oltre che in manifestazioni di protesta, nel blocco delle forniture del latte alle industrie di trasformazione.
“La situazione per il comparto zootecnico – dichiara il presidente della Cia Puglia Raffaele Carrabba – è da vera e propria emergenza. Il settore è in profonda crisi a causa dei prezzi molto bassi di latte e carne. La produzione di latte prodotto dalle vacche in tutta la regione Puglia nella campagna 2013/2014 è stata pari a 3.512 quintali corrispondenti ad un numero di 2300 aziende. Negli ultimi tre anni c’è stata una drastica riduzione di aziende zootecniche pari a circa il 20%”.
L’attuale prezzo del latte, varia da 0,375 a 0,390 centesimo al litro e potrebbe addirittura abbassarsi, secondo alcune voci, a 0.340 centesimi a partire dal 1° aprile prossimo. A fronte di questi prezzi, una azienda zootecnica sostiene costi che oscillano da 0,360 a 0,380 centesimi per produrre un litro di latte. Inoltre il prezzo di vendita al consumatore del latte e dei suoi derivati non ha subito alcuna riduzione. Non si comprende, dunque, il motivo che ha spinto gli industriali trasformatori ad abbassare il prezzo pagato alla stalla.
Stessa situazione per le carni, settore dove, ormai, non esiste più mercato, in quanto la maggior parte del prodotto venduto nelle macellerie proviene da importazioni. Solo per fare alcuni esempi: un vitello di 20 giorni di vita e con un peso di 60/70 kg viene venduto a 20 euro; fino a qualche mese fa veniva venduto a 100/150 euro. Invece, le vacche a fine carriera, che fino a qualche mese fa erano vendute a circa 600 euro per capo, oggi si vendono a 200/300 euro.
“Gli allevatori che hanno contratto mutui a lungo termine per adeguarsi alle norme igienico sanitarie e per acquistare le quote di produzione – continua il presidente della Cia Puglia Raffaele Carrabba -, oggi non sono più in grado di onorare gli impegni a causa di questa situazione di crisi. Chiediamo alla Regione Puglia di intervenire in maniera tempestiva per far fronte a questa problematica e chiediamo la immediata convocazione del tavolo della filiera per affrontare questa ennesima emergenza che pende ancora una volta sulla testa degli agricoltori pugliesi”.
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