TARANTO. Le proposte delle associazioni Legambiente, INBAR , “A. Moro”, “Santa Maria della scala”, Arca, Arci Futura, AICC insieme nella rete RigeneriAmo Taranto
Proposta di recupero, riqualificazione e valorizzazione della città di Taranto a seguito del Decreto Legge per Taranto n. 1 del 5 gennaio 2015, consegnata all’Assessore all’Urbanistica del Comune di Taranto, arch. Cosima Lorusso, dalla rete delle associazioni RigeneriAmoTaranto cui aderiscono Legambiente Taranto, INBAR Sezione di Taranto, Associazione culturale “A. Moro”, Associazione culturale “Santa Maria della scala”, Arca, Arci Futura, AICC, durante l’incontro svoltosi mercoledì 11 febbraio
Riportiamo in calce le riflessioni e proposte relative alla Città Vecchia, su cui il Comune deve presenta il Piano di interventi previsto dal decreto
….E’ una sfida di grande momento che impone a tutte le forze politiche, sociali, culturali, associative e a tutte le varie articolazioni istituzionali, di fare sistema per promuovere unitariamente un cammino che porti la nostra città a trasformarsi da “città dei fumi e dell’acciaio” e “delle navi da guerra”, così come oggi è purtroppo connotata, a città della cultura e delle risorse del mare, da città quasi totalmente dipendente dalla monocultura industriale a città in grado di imboccare la strada di uno sviluppo diversificato ed ecocompatibile. Fondamentale, in tale ottica, è definire un progetto strategico di tipo partecipato sull’esempio di altre realtà come Bilbao o Torino
…Riteniamo fondamentale che le politiche urbanistiche, in stretto raccordo con le opere di bonifica del territorio, da questo momento in poi si orientino esclusivamente e decisamente in direzione di un recupero del grande patrimonio immobiliare e della riqualificazione urbana, abbandonando prioritariamente ogni ipotesi non solo di espansione urbana ma anche di consumo di ulteriore suolo pubblico
…Per quanto riguarda la “Città Vecchia”, d’obbligo è rifarsi alla relazione preliminare del Comune di Taranto – Ufficio risanamento della città vecchia, e in particolare all’intervento di housing sociale. Riteniamo tuttavia come occorra avere una vision chiara : i processi di recupero, riqualificazione e valorizzazione, così come esplicitamente richiamati dal D.L n. 01/2015, devono avere un carattere non episodico o a macchia di leopardo, o unicamente dettati dall’emergenza, ma organico e sistematico. Il recupero e risanamento della Città vecchia non può inoltre non basarsi, per essere realmente perseguibile, anche sull’effettivo intervento dei privati.
Basilare, inoltre, è l’integrazione sociale: la città vecchia si recupera solo promuovendo una diversificazione del suo tessuto vitale, dei suoi residenti, portando famiglie e giovani di diversi ceti sociali a sceglierla come il posto in cui vivere e, magari, lavorare. Ogni ghetto è destinato a sgretolarsi e poi dissolversi: vale anche per la nostra città. Senza un’inversione di tendenza rispetto al progressivo spopolamento e inaridimento delle basi sociali non c’è alcuna possibilità di costruire il futuro, ma solo la concreta prospettiva una escalation di abbandoni e crolli che porta ad un deserto, civile e fisico.
Per quanto riguarda gli aspetti legati alla lettura e al conseguente recupero del tessuto urbanistico-edilizio, in particolare per quanto concerne l’edilizia residenziale, riteniamo occorra assumere in pieno l’unico piano organico e strutturale in nostro possesso, il “Piano Blandino”. Un piano che prevede la conservazione, il restauro ed il recupero del patrimonio edilizio destinandolo ad utilizzi ad esso strettamente compatibili e parziali diradamenti.
Conseguentemente, ma non di secondaria importanza, occorre procedere al risanamento e consolidamento di tutti gli edifici che presentano carattere di fragilità e rischio di crollo, ipotizzando da subito almeno una sistematica opera di impermeabilizzazione di tutti i lastrici solari, al fine di evitare le continue infiltrazioni delle acque meteoriche nelle strutture sottostanti che portano al danneggiamento e successivamente al crollo dei fabbricati o di parte di essi.
L’opera di vera e propria azione di recupero, riqualificazione e valorizzazione va iniziata dal recupero e risanamento e dalla restituzione agli usi produttivi del Mar Piccolo. In questo ambito, per il sostegno ed una regolazione del settore ittico, necessaria è l’individuazione di aree destinate al P.I.P. per la mitilicoltura (lungo la costa del Mar Piccolo) e per il mercato ittico su terra ferma (indicativamente sul molo San Cataldo). Bisogna quindi partire dalla parte bassa dell’isola, dagli alloggi popolari per proseguire in maniera organica e graduale attraverso i 4 pittaggi (nell’ordine: Turipenne, Ponte, Baglio, S. Pietro) che caratterizzano la configurazione urbanistica della città vecchia.
Riteniamo, inoltre, che l’opera di risanamento vada accompagnata dalle necessarie opere di urbanizzazione indispensabili (rete elettrica, rete idrica e fognante, gas, banda larga) e dall’allocazione di servizi essenziali necessari per un ripopolamento ed un netto miglioramento delle condizioni sociali della città vecchia, quali:
– un presidio delle forze dell’ordine, anche ai fini di un contrastodegli episodi di vandalismo e di furti perpetrati in questi mesi, che tanti danni hanno arrecato ai Palazzi storici già oggetto di interventi di recupero edilizio;
– un servizio di pronto soccorso, di guardia medica e di poliambulatorio;
– un servizio efficace di igiene urbana, che possa agevolare la fruibilità degli spazi pubblici e conseguentemente favorire l’insediamento di altre attività commerciali o artigianali;
– una sistemazione più razionale della popolazione scolastica, attraverso l’utilizzo delle varie strutture presenti nel quartiere (II circolo didattico “Consiglio”, Istituto comprensivo “G.Galilei”; scuola materna discesa Vasto ecc.) accompagnata da un’incisiva azione di contrasto dell’evasione scolastica;
– Un piano del commercio modulato in rapporto alle nuove funzioni e necessità emergenti nell’opera di recupero e riqualificazione dei vari comparti dell’isola.
Crediamo inoltre che la vera opera di ricucitura, e fondamentalmente della ”valorizzazione” dell’intera città, debba avvenire attraverso la “Cultura”, ipotizzando la creazione di veri e propri distretti di carattere culturale, non isolati tra di loro ma strettamente interdipendenti.
Il primo di questi distretti andrebbe realizzato proprio nella “Città Vecchia”. Un distretto culturale che faccia leva sul Castello aragonese, così come sul rafforzamento del sistema Universitario tarantino e sul Liceo musicale Paisiello (che va statizzato (per questo chiediamo la presenza del Ministero della Pubblica Istruzione all’interno del tavolo interistituzionale previsto nel decreto) e sulla costituzione di una Pinacoteca civica in uno dei Palazzi storici, in grado di raccogliere tutte le opere pittoriche di Taranto sparse altrove, in città e fuori di essa, di artisti di rilievo come Corrado Giaquinto, Domenico Carella, Antonio D’Orlando, Serafino Elmo, Leonardo Olivieri, Paolo Fenoglio, Paolo De Matteis ecc. Naturalmente per la costruzione di una Pinacoteca civica, che potrebbe configurare un sistema museale della città vecchia insieme al Mu.di. e al Museo Maiorano, occorre mettere al lavoro esperti di Storia dell’Arte per un censimento e una inventariazione di questo grande patrimonio sconosciuto ai più.
Solo procedendo in questa direzione crediamo si possa rendere “viva” la Città Vecchia e fattibile un suo ripopolamento.
Legambiente Taranto