SAVA. Certificati di morte al nostro Comune. “Allegai 5 marche da bollo quando queste non erano dovute”
L’esperienza di un savese nella procedura per la sepoltura del proprio padre
Ecco la testimonianza diretta di Sergio Pichierri, anni 46 artigiano: “Mi morì un carissimo parente, mio padre, e cominciai a fare la procedura di rito presso il nostro Comune. Mi chiesero di fare alcuni versamenti di cui: il primo di 1000 euro, l’altro di 84,87 euro entrambi per il loculo comunale trasversale per il canone ventennale. Inoltre mi furono chieste 4 marche da bollo da 16 euro. Per la lapide 475,00 euro in cui andava allegata un altra marca da bollo. In tutto le marche da bollo state 5, per un totale di 80 euro.
Mi incontrò un mio conoscente e mi chiese cosa stessi facendo dalla rivendita dei valori bollati. Quando seppe il costo delle marche da bollo per la procedura mi disse: “E solo a Sava si pagano questi valori bollati per casi come questo?” Io chiesi se al suo paese era la stessa cosa. Lui mi disse di no. “Al mio paese non si allega nessuna marca da bollo per i certificati di morte”. Mi informai meglio, e tramite il mio legale, venni a conoscenza che l’articolo 15 della legge numero 183 del 12 novembre 2011 recitava così “nel caso in cui sia necessario ottenere un certificato per rapporto tra privati, si ricorda che i certificati sono sempre in bollo (euro 16 più 0,52 per diritti di segretaria) ad eccezione dei certificati gratuiti (nascita, matrimonio, morte)”.
Alla luce di tutto questo mi recai al Comune per avere maggiori delucidazioni, la dirigente del settore mi disse che si allegavano sempre le marche da bollo per legge. Risposi che c’era una legge nazionale e mostrai a lei lo stampato in cui diceva tutt’altro. Mi disse addirittura “fai venire il tuo legale”. Comunque fui costretto ad allegare le 5 marche da bollo altrimenti non potevano finire le opere di tumulazione di mio padre. Una settimana fa fermai il sindaco in piazza e riferì l’accaduto.
Mi rispose: “E’ la legge nazionale che impone questo”. Risposi a lui che era il contrario. Avevo a portata di mano la legge specifica e gli diedi una copia in cui era menzionato il mio caso. Il sindaco mi promise che si sarebbe interessato a rivedere l’applicazione della legge su citata nelle pratiche del nostro Comune.
Io credo che sarebbe giusto ora rimborsare tutti coloro che hanno pagato, come me, le 5 marche da bollo in quanto, per legge nazionale e su questi specifici atti comunali, non era dovuta nessuna marca da bollo”.