TARANTO. Non fu stalking quello denunciato dal sindaco di Sava, Dario IAIA, ai danni di Giovanni Caforio, giornalista e direttore della testata on line Viv@voce

TARANTO. Non fu stalking quello denunciato dal sindaco di Sava, Dario IAIA, ai danni di Giovanni Caforio, giornalista e direttore della testata on line Viv@voce

Dalla Gazzetta del Mezzogiorno, del 17 aprile 2015

Lo ha stabilito il giudice per le udienze preliminari Anna De Simone che ha accolto la tesi difensiva dell’avvocato Ivan Zaccaria e ha prosciolto dall’accusa di atti persecutori il direttore del quotidiano savese rinviandolo però a giudizio per l’altra ipotesi: diffamazione a mezzo stampa. Secondo  la denuncia presentata dal primo cittadino e l’accusa inizialmente formulata dal sostituto procuratore della Repubblica Filomena Di Tursi, gli articoli pubblicati dal quotidiano on line diretto da Caforio avrebbero offeso e molestato il sindaco IAIA “cagionando un grave e perdurante stato di ansia e di paura e inducendolo a cambiare le proprie abitudini di vita”. Una tesi smontata dalla difesa che il gup De Simone non ha ritenuto neppure meritevole di un approfondimento processuale.

L’episodio in particolare  che aveva scatenato l’ira del primo cittadino è legato a due foto pubblicate sul profilo facebook della testata che ritraevano l’auto del sindaco in divieto di sosta. Nella sua  denuncia IAIA scrive che la circostanza “può essere anche veritiera, ma non giustifica assolutamente questa condotta persecutoria”. Un fatto che evidentemente associato ad alcuni eventi che avevano colpito il primo cittadino in passato apparivano inquietanti: il primo cittadino infatti, era stato in passato vittima di un attentato incendiario molto grave, ma per il magistrato chiaramente i due fatti non sono da ritenersi in collegamento tra loro.

Saranno ovviamente le motivazioni che verranno depositate nei prossimi giorni a spiegare perché il magistrato ha rigettato questa versione dei fatti e ritenendo, probabilmente, l’operato di Caforio non perseguibile penalmente poiché si tratta di una vicenda che vede protagonista un soggetto che ricopre una carica pubblica e quindi di un fatto degno di diventare una “notizia” per il quotidiano del Comune di Sava.

Sarà ora un processo a stabilire se Caforio ha diffamato IAIA. Secondo l’accusa del sindaco a pochi mesi dal suo insediamento come primo cittadino sarebbe “cominciata nei confronti del sottoscritto una vera e propria caccia all’uomo da parte del signor Caforio Giovanni che avrebbe posto in essere una serie di azioni tese  unicamente a diffamarmi e a screditarmi, sia sul piano politico che su piano personale”.

Un ipotesi di reato che, alla luce degli articolo allegati alla denuncia il gup De Simone ha ritenuto che debbano essere discussi in un dibattimento per valutare le eventuali responsabilità penali del giornalista.

Francesco Casula

 

viv@voce

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