SONO TUTTE BELLE LE MAMME DEL MONDO MA … LA MIA E’ LA MIGLIORE DI TUTTE!

SONO TUTTE BELLE  LE MAMME DEL MONDO MA … LA MIA E’ LA MIGLIORE DI TUTTE!

“Ton amour est ma vie, ton image cherie est toujours avant moi …”

Questa frase, o meglio questo stralcio di una poesia in francese, ci veniva imposta alle scuole medie dal nostro professore di francese, il quale ci teneva così tanto a far sì che la imparassimo ben bene e, sottolineava, che non dovevamo mai scordarla nel corso degli anni a venire. Troppo piccoli per capire l’importanza di questa indicazione. Finita la ricorrenza della festa della mamma, il gioco era il nostro primo, e unico, pensiero. Troppo giovani per capire tutto. E ci vuole il tempo.

Ci vuole il tempo per capire meglio e dare un volto definitivo a chi, in un modo o nell’altro ha seguito i nostri primi vagiti e il nostro primo sgambettìo. Ah, la mamma. La nostra mamma. Quanti ricordi che rispolveriamo, a chi ha la fortuna di avere una ottima memoria, e quante volte non siamo mai stati lasciati soli davanti alla paura di un tuono o davanti a un dolore fisico o a un ginocchio sbucciato o a un dolore di denti. Mai soli. Sempre al nostro fianco. E i ceffoni avuti da lei, dalla mamma, avevano un “sapore” diverso da quello del papà. Anche se provocavano dolore sulle nostre morbide guance o su i nostri culi piccolini. Ma allora era così.

Si pensava che l’educazione doveva partire dal classico “ndrizza l’inchitieddu quannu è tinirieddu”, tradotto vuol dire, per chi non conosce il nostro dialetto, “raddrizza l’alberello altrimenti, nella crescita, prende una brutta piega”. Ma siamo cresciuti lo stesso, ceffoni e botte comprese, e qualche volta chi scrive è stato anche legato, con le mani, ad una grande vasca di cemento pur di far smorzare quella effervescenza infantile. Ma allora era così.

Siamo cresciuti anche con questi metodi impositivi. Ma lei ci è stata sempre vicino. In ogni cosa che abbiamo fatto. Spesso nel bene, qualche volta nel male. Ha seguito la nostra crescita, si è sempre preoccupata se qualcuno di noi si ammalava. Era la nostra infermiera. Ma era anche quella che capiva, su tutto, l’immenso amore datoci nel vederci crescere ed essere orgogliosa di ciò che aveva messo al mondo. La mamma. Poi la vita ci porta ad essere grandi, grandi in tutto.

Anche quello di spostare la sfera dei nostri interessi o traguardi e qui, inconsciamente, ci siamo allontanati. Ma non siamo mai stati latitanti. Abbiamo, senz’altro, diradato le nostre vedute ma il pensiero era costante a lei. Poi gli assetti familiari, la realtà lavorativa, ci hanno immerso in un nuovo contesto che ha espropriato, magari parzialmente, l’interesse affettivo verso di lei. Le vedute si centellinavano, e le scuse erano sempre pronte: “Ho una marea di cose da fare”.

Poi le difficoltà di percorso, che più di qualcuno può trovare nel suo itinerario, cercavano soluzione da lei. E lei, era sempre lì a sapere disciplinare il rapporto anche con gli altri figli. Magari con un attenzione “particolare” per chi, dei figli, potesse avere più bisogno dell’altro. E la mamma è questa. E’ colei che, spesso, si trova davanti a un fuoco “amico” e deve stare attentissima a sapere disciplinare le effervescenze caratteriali che, spesso e volentieri, i figli hanno. Che ruolo. Difficilissimo. Eppure lo hanno saputo fare, spesso, abbastanza bene questo.

Oggi abbiamo le nostre famiglie, i nostri figli e magari qualcuno più fortunato di noi ha anche dei nipotini. E alla luce di queste esperienze avute e vissute il ruolo della nostra mamma lo abbiamo rivalutato. Anzi, lo dobbiamo rivalutare. Specie per il tipo di vita che hanno vissuto, ed educazione ricevuta, molto differente da quella nostra.

Oggi non tanti di noi la mamma la hanno in vita. E questa è una perdita, dolore compreso, per chi lamenta la sua assenza. Ma oggi, alcuni, hanno la fortuna di averla ancora. E magari è abile, sempre in rapporto alla sua età. E fortunatamente ha ancora le facoltà mentali eccellenti. Ed è una fortuna straordinaria.

La mia mamma ha 88 anni, e risponde ai requisiti sopra citati. Che fortuna! Auguri a tutte le mamme del mondo, sono tutte belle le nostre mamme ma … la mia è la migliore di tutte!

Giovanni Caforio

viv@voce

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