G. MARIGGIO’, VERDI: “L’ARROGANZA DEL SISTEMA DI ACCIAIO NON SVILISCA LE RADICI CULTURALI E I PROGETTI DI SVILUPPO SOSTENIBILE”

G. MARIGGIO’, VERDI: “L’ARROGANZA DEL SISTEMA DI ACCIAIO NON SVILISCA LE RADICI CULTURALI E I PROGETTI DI SVILUPPO SOSTENIBILE”

NOTA STAMPA DEL CANDIDATO ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE PUGLIA

 

“La FIOM chiude un confronto purtroppo mai aperto sul futuro di Taranto. Il coordinatore nazionale della siderurgia, definendo il turismo una “sciocchezza” che non garantisce livelli occupazionali (fonte Corriere de mezzogiorno – 14 maggio), non riconosce forse la dignità delle professioni al di fuori delle proprie categorie, sminuendo così le competenze e le potenzialità dei settori alternativi. Svilisce le competenze necessarie per le bonifiche o la fruizione della cultura, l’accoglienza nei luoghi di attrazione turistico-naturali, o l’agricoltura, il tessile, la pesca, l’allevamento che sono il simbolo della tradizione mediterranea e tutta la moltitudine di competenze professionali attivabili su questo territorio.

Vogliamo richiamare l’esempio di Bilbao dove il giro d’affari generato dal Guggenheim Museum nel primo anno di avvio del piano di sviluppo, ha generato 3.816 posti di lavoro e nel 2005 ha contribuito al mantenimento di 4.893 posti di lavoro. Ma se l’immenso patrimonio archeologico della Magna Grecia è definito ora una “sciocchezza”, la responsabilità è soprattutto della politica pugliese, che non ha avuto una proposta di sviluppo integrato dell’area jonica nel contesto regionale.

Taranto ha uno dei porti più importanti del Mediterraneo, ma nell’abbandono totale. Non c’è visione a lungo termine, ma solo azioni mirate a rassicurare per mesi o qualche anno di cassa integrazione. Tutti soddisfatti delle promesse del governo a suon di decreti che si rivelano scatole vuote, ma nessuna proposta operativa che faccia ripensare l’economia delle città pugliesi in un’ottica integrata, sostenibile, emancipata dal mercato dell’industria pesante e del “consumo” del territorio.  

Oltretutto c’è un tasso di disoccupazione altissimo. Si punta invece a conservare un equilibrio nefasto, ricattando la popolazione con lo spettro della chiusura dei siti inquinati lasciati in abbandono. Ma solo perché questo è l’unico scenario che le forze politiche in campo da anni sono capaci di vedere e riprodurre.

Chiediamo a tutte le forze in campo di accettare la nostra sfida: ripensare l’economia e il lavoro come condizione di rinascita, scommettere sulla ricerca e l’innovazione tecnologica, arginare la fuga di cervelli che sta svuotando la nostra regione , dare ossigeno al settore ricettivo potenziando la rete dei servizi e dei trasporti pubblici (oggi fortemente penalizzata) e centri congressi sul modello di Bilbao.

Puntiamo all’eccellenza, quella che rispetti la vita e la relazione con i luoghi , poiché  la produzione di beni deve generare Ben-Essere e non solo PIL, per dare visibilità internazionale alla Puglia, attraendo investimenti e creando nuove occasioni di sviluppo e occupazione”.

Federazione dei Verdi di Puglia


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